Gli Ada Oda tornano con questo secondo LP, pubblicato da La Tempesta Dischi, che arriva dopo poco più di due anni dall’uscita del loro debutto “Un Amore Debole“.

La band di stanza a Bruxelles, come probabilmente qualcuno dei nostri lettori già saprà, ha purtroppo deciso di interrompere la sua attività, dopo che la frontwoman Victoria Barracato, di origini palermitane, ha abbandonato la formazione belga a causa “di conflitti in corso e di divergenze di opinione” che i componenti del gruppo belga non sono riusciti a risolvere: suona quindi strano ascoltare questo disco, già sapendo che si tratterà del loro ultimo lavoro (almeno per ora) e sarà altrettanto difficile pensare che non potremo più rivivivere quello belle esperienze live dopo avere assistito ai loro divertentissimi concerti sia in spiaggia all’Hana-Bi di Marina di Ravenna che al Covo Club di Bologna.
Scritto tra il 2023 e il 2024 da César Laloux, il disco è stato registrato tra Pisa, Gand ed Atlanta.
La breve “E Questa E’ La Vita” (appena un minuto e mezzo) apre il disco con chitarre jangly e piacevoli melodie indie-pop, mentre la voce di Victoria raggiunge un alto livello di intensità.
Subito dopo ecco “Vecchia Storia”, con chitarre angolari, atmosfere post-punk decisamente più cupe e ritmi saltellanti.
“Settembre”, uno dei singoli che ha anticipato l’uscita di questo disco, ci fa conoscere, invece, una faccia degli Ada Oda decisamente inedita e più tranquilla e dolce-amara: è una ballata che parla sì di amore, ma anche della fine di una relazione, regalando momenti emotivi, mentre non mancano le influenze di pop italiano.
Interessante “Sicurezza Priorità” che procede con ritmi elevati ed è solo strumentale per circa due minuti, prima dell’intervento della voce della Barracato, che parla di temi sociali buttando fuori rabbia e intensità dai toni punk.
Anche l’altro singolo “Sotto La Conchiglia” ha un non so che di pop italiano che, mentre racconta di un tradimento con una collega di lavoro, si muove su veloci toni post-punk dai suoni melodici accompagnati dallo spoken word di Victoria.
Il disco si chiude con la lunga (oltre quattro minuti e mezzo) “Ho Amato Tutto”, un’altra ballata romantica, ma dalla vena molto malinconica, che parla di un amore purtroppo terminato: il ritmo rimane basso, mentre ancora una volta esce il lato più emotivo e passionale degli Ada Oda.
La band belga ci ha saputo far divertire con i suoi due album e con i suoi energici live e il loro percorso è stato interessante ed è riuscito a incuriosirci molto. E’ un peccato che gli Ada Oda abbiano deciso di fermarsi così presto: intanto torniamo ad ascoltare ancora una volta i loro lavori.