Divertenti, sbarazzini, accattivanti, i canadesi Private Lives sembrano proprio essere qui a ricordarci quanto c’è bisogno di musica che faccia muovere, ballare, brani con cui scatenarsi. Originari di Montreal, Jackie Blenkarn, Chance Hutchison, Josh Herlihey e Drew Demers sono cresciuti ascoltando i Kinks e molta musica anni sessanta, ritmi che rielaborano in chiave pop punk e garage rock.

Influenze ben evidenti nel secondo disco “Salt Of The Earth” ancor più che nel buon esordio “Hit Record”. E’ una band affiatata, sicura di sé e dei propri mezzi quella che ci troviamo di fronte, lo si capisce chiaramente fin dalle prime note di “Dealer’s Choice” con basso, chitarra e batteria trascinanti, la voce di Jackie incisiva e vibrante.
“Wrong Again” ricorda gli X di Exene Cervenka, i riff di “Feel Like Anything” invece piacerebbero a Vivian Girls e Dum Dum Girls, come la grintosa “Disconnetted” dove l’influenza degli ascolti del pop di matrice anni cinquanta e sessanta è più evidente che altrove. L’anima melodica dei Private Lives emerge in “Time”, quella rock in “I Get Around” e “Psychic Beat” che ha qualcosa di Shannon & The Clams.
Riuscito anche il finale affidato a un terzetto di brani impertinenti e ritmati: “On My Own”, “Be Your Girl” e la title track che riassumono ancora una volta quanto di buono sanno fare i Private Lives che certo non si risparmiano e tirano dritto fino all’ultimo minuto tra ritornelli al fulmicotone e molta voglia di suonare.