
Avevamo già messo gli occhi addosso agli svedesi Kallsup e ci avevano colpito non poco per la loro intensità e, mi viene da dire, anche la drammaticà del loro shoegaze, che si muove spesso oscuro e combattivo, lasciando trasparire ben poca luminosità.
Musicalmente alcune soluzioni sonore mi rimandano subito agli anni ’90, Slowdive ma anche Adorable, quelli più ombrosi e sonici e già queste due coordinate immagino potranno farvi stare sull’attenti, e fate bene.
La band predilige i momenti in cui i ritmi non sono particolarmente alti, momenti in cui il senso di minaccia incombente si fa fortemente presente, ma sa spesso anche cambiare passo, per dare concretezza a questa minaccia, sia alzando i giri ritmici sia esplodendo in ondante fragorose e debordanti, che sanno diventare anche “mistici”, se mi permettete il termine, o densi di maghia evocativa: prendete per esempio il finale di “En lögn, en sanning” che per tutto il brano ci ha tenuto su una corda tesissima tra Cure e Desperate Journalist per poi diventare eterea a purissima, quasi impalpabile nel finale che si sublima, o “Gnistan”, che sorvola territori dream-pop prima di diventare eterea e quasi struggente o, ancora, “Blå” che ci fa volare altissimi con un lavoro sulle voci che evoca realmente toni ecclesiastici.
Non mancano le bordate rumorose, da quelle col giro di chitarra accattivante come “Ditt Paradis” a una canzone come “Alias” che è una corsa a testa bassa, solo qualche attimo per rifiatare all’interno del brano e poi si riparte più carichi che mai, con bordate chitarristiche taglienti come lame di rasoio.
Bellissima la doppietta finale, con due brani che usano lo schema della partenza avvolgente per poi cercare la botta shoegaze: sopratutto “Stilla havet”, ultima canzone, lascia un segno indelebile con quei primi 4 minuti in cui la tensione è fatta crescere e salire con assoluta maestria e poi ecco il tornado violentissimo che ci spazza via, con l’aria che diventa ipersatura, una canzone magistrale, a dire poco.
Avevamo scommesso sui Kallsup. Possiamo dire…scommessa vinta anche questa volta!
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