Credit: Alecio Ferrari

Seguiamo Anna Carol dai suoi inizi e, dopo l’ascolto del suo recente album “Principianti” (pubblicato da INRI Records/Metatron), viene naturale parlare di evoluzione del suo percorso, andando così a tirare in ballo il titolo del suo primo Ep, quasi fosse stato in qualche modo profetico.

Certo, alcuni tratti della sua poetica erano già peculiari, ma nel frattempo l’artista di Bolzano ha acquisito sempre più consapevolezza e sicurezza anche nel trasmettere, traducendoli in musica, concetti più universali – perché riguardano tutti -, come la complessità delle relazioni.
Nel farlo, non è mai ricorsa in intellettualismi o ermetismi, bensì è risultata non dico diretta (giacché una componente di ricercatezza nei testi vi è sempre) ma sicuramente efficace e ben comprensibile anche per una più vasta platea.

Alla produzione c’è un nome grosso della scena indie-rock nostrana, vale a dire Federico Dragogna, mentre a suonare intervengono i validi Selton, tutti al servizio del talento cristallino della Nostra, la quale è abile a muoversi in territori pop imparentati, vien da dire, con certa moderna canzone d’autore.

Anna Carol infatti si sente a suo agio sia laddove viene strizzato l’occhio al neo-soul (come nella struggente “Diversi tipi di dolore”, un po’ il manifesto dell’intera opera), sia quando i ritmi virano sul versante funky (la briosa “Il contrario”), anche se il meglio riesce a darlo quando può sprigionare tutta la sua innata eleganza interpretativa, come accade nella suadente “Brutto modo di morire”.

I mezzi per fare il grande salto ci sono, a mancare al momento, nel complesso di un disco godibilissimo, è forse una vera hit capace di spiccare all’interno della scaletta e di fare da traino per un successo più trasversale. Crediamo sia in fondo, però. solo una questione di tempo.

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