
Sabato appena prima di Pasqua: ci troviamo al Covo Club di Bologna per il concerto degli Snapped Ankles, seconda delle due date del loro tour italiano a supporto del loro recentissimo quarto LP, “Hard Times Furious Dancing“, uscito per The Leaf Label a fine marzo.
Nonostante la città si sia svuotata in questi giorni e si possa respirare un apparentemente strano clima di tranquillità, stasera la venue di viale Zagabria celebra l’ennesimo sold-out di questa stagione 2024/2025, che ci ha già regalato tante soddisfazioni (e ce ne regalerà ancora nei prossimi mesi).
La folle band post-punk di stanza a Londra si presenta sul palco della venue felsinea alle undici in punto: i suoi quattro componenti sono mimetizzati con parrucche e un elmetto con luci colorate che sembra quello di un minatore, che serviranno per illuminare la foresta immaginaria che hanno creato e dove dicono di vivere.
La chitarra e il basso non sono presenti sullo stage visto che il gruppo britannico utilizza molti elementi elettronici, mentre la batteria è senza dubbio parte fondamentale del loro set, come potremo notare nei quasi ottanta minuti del loro set.
L’iniziale “Johnny Guitar Calling Gosta Berlin”, uno dei due estratti dal loro primo album “Come Play The Trees” (2017) stasera, dura in realtà molto di più dei quattro minuti della sua versione originale: il brano si prolunga, infatti, per una decina di minuti con la sua ipnotica dose di elettronica e percussioni sia fisiche che digitali a dare il ritmo in mezzo alle urla della loro foresta.
Segue “Pay The Rent”, opening-track del loro lavoro più recente: qui ci immergiamo in un mondo di pura follia fatto di beat, percussioni e grida, dove gli Snapped Ankles ci mostrano il loro lato più tribale, mentre il frontman – di cui ovviamente non si conosce l’identità – scende in mezzo alla folla, riuscendo a incendiare ulteriormente i numerosi presenti.
Se “Rhythm Is Our Business” riesce in qualche modo a trasmetterci uno spiraglio di luminosità e di melodia all’interno della pazzia del loro suono, la successiva “Where’s The Caganer” diventa puro delirio dancey che con la sua mesmerizzante e pesante dose di elettronica non ci permette di rimanere fermi.
Il cantante poi spiega che “sono tempi difficili nella foresta immaginaria e che l’unica cosa che ci rimane da fare è ballare” e “Dancing In Transit” sembra un ottimo pezzo per poter raggiungere questo obiettivo.
Il gruppo inglese si vuole prendere una pausa e uscire dalla foresta per andare in spiaggia, dividendo il pubblico tra gabbiani (con tanto di imitazione del loro verso) e turisti che salutano, mentre gli Snapped Ankles dirigono le luci presenti sul palco proprio sopra ai fan per illuminarli: il singolo “Raoul” sembra appunto farci uscire in tutti i sensi da questa oscurità per qualche pur breve minuto, ma tenendo sempre i bpm elevati attraverso synth e percussioni a cui si aggiungono la loro solita cattiveria e la loro grande determinazione.
Il viaggio di stasera si chiude con “Smart Word”, dove appare un leggero velo di melodia, in mezzo alle martellanti percussioni e a synth rumorosi e dai ritmi folli.
Un incredibile viaggio e uno spettacolo vero e proprio questo degli Snapped Ankles che, attraverso i loro personaggi, abitanti di questa foresta immaginaria, hanno unito un folle spirito punk insieme a elementi elettronici, riuscnedo a convincere e allo stesso tempo facendo divertire i tantissimi fan che riempivano la sala del Covo Club stasera.