
Avevamo già parlato di Maria Somerville nella nostra rubrica Brand New, dimostrando grande interesse e attendendo con trepidazione questo suo nuovo album. Non ci sbagliavamo.
Io vi dico solo una cosa: andate su Google e digitate “Connemara”…e restare incantati. Guardate quelle immagini e pensate che Maria ha registrato il suo disco li, in queste terre magnifiche dell’Irlanda Occidentale. Dovete per forza partire da questo punto e poi attaccateci la parola 4AD: ora il sound della fanciulla vi sembrerà quasi di averlo già in mente, senza nemmeno aver ascoltato il disco. L’etichetta discografica evoca da sola un mondo sonoro ben definito e con nomi illustri che hanno fatto scuola, il paesaggio invece si presta ad essere musicato, tanto affascinate e poetivo, quanto solitario e meditativo, senza però dimenticare un lato più ruvido e intenso, quando la pioggia e il vento sono forti e il mare ruggisce.
La musicista irlandese si lascia guidare dalle sue origini, da quei luoghi, dai suoi ascolti che sicuramente comprenderanno Beach House e Cocteau Twins e sforna un disco magico capace di far convivere tanto una specie di folk imbevuto di dream-pop etero e dilatato (“Corrib”) quanto pulsioni più elettroniche che flirtano sì con l’ambient (“Halo” sembrano gli Slowdive in paradiso, giusto), ma non disdegnano nemmeno di mostrarsi concrete e pulsanti (penso a “Garden”, “Spring” o la distorta “Violet”).
Quando Maria si lascia andare ai suoi tratti più evocativi davvero sembra realmente che riesca a dare una colonna sonora adeguata e perfetta a quelle immagini suggestive che ci mostrano i luoghi in cui è nato il disco, con questi spazi aperti, il verde, le montagne e i laghi, magari avvolti dalla nebbia, ma c’è sempre in agguato anche un lato più “badalamentiano” (se mi passate il termine) che evoca oscure pulsioni, meno delicate di quanto si potrebbe pensare, forse anche sinistre, quasi gotiche. Un lato di Maria che appare, ad intermittenza, ma che, quando si mostra, ci conduce nella sua personale Loggia Nera, alla quale è impossibile resistere.
Un gran bel album.
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