Un bel ritorno quello dei ragusani The Shameless che tre anni e mezzo dopo “Love Condemnation” trasportano per mano nel loro universo musicale fatto di ballate, riff seducenti e molta eleganza al servizio di un sound sempre curato che trae giovamento dal diverso background dei cinque musicisti, con esperienze passate in gruppi no wave e shoegaze.

Influenze che colorano gli otto brani del terzo album che fin dal titolo, “Prayers After Dark”, evoca atmosfere notturne e sofisticate, quelle delle tastiere nel singolo “Chic Jesus” di cui abbiamo già parlato qualche settimana fa ma non rinuncia a ritmi rock decisi e pungenti trascinati da una batteria incalzante in “Stuck In A Moment” sulla scia di Gallon Drunk e Jack.
Ballate coinvolgenti e dalle orchestrazioni ricche come “Nobody Save Me But You Love” con un ritornello dark e intenso ricordano i The Horrors, le magnetiche melodie di “Oh Sister” tra Madrugada e Tindersticks crescono trasportate da voci e chitarre, il ritmo lucido e graffiante di “Transhumance” prova a rimettere insieme i pezzi di un cuore spezzato tra armonie pop e un finale rumoroso e psichedelico.
“Cry Cry Baby” è un’altra ballata di classe, con il pianoforte e gli archi a sostenere e supportare la voce di Ippolito Nicolini in uno dei momenti più romantici e vulnerabili di un disco che regala belle sorprese, ultime ma non ultime ben due cover. “Straight to You” di Nick Cave And The Bad Seeds in versione solare e melodica e “I Can’t Escape Myself” dei The Sound per un viaggio negli anni ottanta più ipnotici e viscerali.
Sentiti omaggi quelli al Nick Cave di “Henry’s Dream”, a Adrian Borland e Graham Bailey che rivelano le varie fonti d’ispirazione di Nicolini, Gianpaolo Cassarino, Alberto Difalco, Gaetano Scribano e Giuliano Spataro che appassionati lo sono sul serio e raggiungono ancora una volta un buon equilibrio tra la speranza, il desiderio, il bisogno di redenzione che da tempo caratterizzano la loro musica.