
Arriva, per la prima delle due date nel nostro paese, anche la suggestione The Bug Club, che in ambito garage-indie-punk ha numerosi estimatori, scanzonati e diretti, sono in procinto di pubblicare il nuovo album, il quarto della saga, anche questa volta, sotto la sempre lungimirante ed eccentrica supervisione della Sub Pop, label che non ha certo bisogno di presentazioni.
Il terzetto gallese, ora diventato, a tutti gli effetti, un duo, con la simbiotica presenza di Sam Willmett e Tilly Harris, porta sul palco dell’abituale Arci Bellezza, che non ci stancheremo mai di ringraziare per tutta la mole di proposte, che, ahimè, non so se troverebbero collocazione. Anche perché la venue a cavallo di via Ripamonti ha dalla sua la metratura perfetta per certi artisti, non troppo grossa / non troppo piccola, che calza a pennello. Dicevo portano sul palco del Bellezza appunto il loro mix sonoro, che pesca a piene mani, da tutto un repertorio sixties e seventies, senza farsi mancare nulla, con una ricetta tutta loro, satura, distorta, leggera e semplice allo stesso tempo.
La scrittura regge il confronto, non sono certamente a caccia di hit, affatto, è più un messaggio complessivo a rendere i Bug Club una piccola certezza di genere. Tra l’altro super prolifici, tanto da pubblicare, praticamente, un album all’anno.
Apertura affidata agli Swan Seas, gruppo di casa, che dalle 21 e 10 ci regala un’ottima mezz’ora di indie rock, shoegaze, con quel gusto sopraffino per certi suoni chitarristici di qualità, cantato algido e un amalgama conquistata sul campo. Bella scoperta.
Subito dopo The Bug Club in rampa di lancio, saranno addirittura ventiquattro i brani portati a casa dal terzetto, un concerto, visto il genere, quasi lunghissimo e senza pause, del resto il repertorio non manca e nemmeno quella voglia di fare il mestiere più bello del mondo, da veri appassionati, che il palco se lo mangiano eccome.
I brani ci sono alla grande, penso a “Marriage” o a “Pop Single” tra le iniziali, assolutamente irresistibili, o ad un’infuocata “Quality pins” che chiude abitualmente il concerto prima dei bis, dove i bpm aumentano radicalmente. Non siamo certo di fronte ad una band che fa dell’innovazione l’asso della manica, piuttosto quello di riportare un clima di festa, che è sempre ben accetto.
Ironia e divertimento tradotte in versione pop songs.