Risfoderate i vostri Parka, tirate fuori dal garage le vostre Lambrette. Con i tre dischi del box set “Get Ready For The Countdown – Mod, Brit Soul, R&B & Freakbeat Nuggets”, la Cherry Red Records ci riporta ai tempi d’oro del Mod – ovvero di quella subcultura che, a cavallo tra gli anni ’50 e ’70, modellò i gusti dei giovani britannici e non solo, lasciando un segno importante su tanti artisti di primissimo livello (vedi gli Who di “Quadrophenia”) e imponendosi come vero e proprio modello per varie ondate revivalistiche seguite alla “stirpe” originale (impossibile, in questo senso, non citare pezzi da novanta del Britpop come Blur, Oasis e Charlatans).

Le 86 tracce contenute in questo mastodontico cofanetto rappresentano il succo del miglior Brit Rock degli anni ’60, figlio delle sonorità americane ma comunque già abbastanza “maturo” da differenziarsi dalle produzioni d’oltreoceano. Canzoni spesso dure, all’avanguardia per gli standard del periodo – grezze, spigolose, proto-psichedeliche, quasi garage, fortemente influenzate dal blues e dall’R&B più sporco e “sudato” – ma comunque attraversate da una vena melodica figlia del soul stile Motown e del pop beatlesiano.

Della raccolta fanno parte i soliti arcinoti (The Moody Blues, Jack Bruce, Small Faces, Alex Harvey, The Spencer Davis Group…) ma anche nomi spazzati via dalle sabbie del tempo, talentuosi sventurati condannati all’oblio che tornano alla luce grazie al solito preziosissimo lavoro d’archivio della Cherry Red. Se amate le sonorità vintage, o comunque volete fare un viaggio indietro nel tempo alle origini dimenticate del Britpop, non lasciatevi sfuggire l’occasione e procuratevi una copia di “Get Ready For The Countdown”. Altrimenti ci pensiamo noi a farvi venire l’acquolina in bocca, con una selezione di dieci brani fra i più interessanti del box set:

THE PRETTY THINGS
Roadrunner (1965)

Una versione aggressiva e sfrenata di un classico blues di Bo Diddley, reinterpretato con la classica sfrontatezza mod dai Pretty Things di Phil May (cantante che, stando alle informazioni contenute nel booklet della raccolta, aveva i capelli più lunghi della scena londinese)

THE BETTERDAYS
Don’t Want That (1965)

“Don’t Want That”, l’unico singolo pubblicato dagli sfortunati Betterdays, si fa apprezzare per la sua vivacità rock impreziosita da un’armonica infuocata e da una chitarra solista particolarmente aggressiva. Una perla nascosta del rhythm and blues britannico.

LITTLE DARLINGS
Easy To Cry (1965)

Una delle poche tracce registrate dai Little Darlings di Coventry, un quintetto cresciuto ascoltando R&B e rock and roll. “Easy To Cry” è un brano ruvido ed essenziale, dall’animo garage rock, che corre spedito su un beat in stile Bo Diddley.

THE WEB
Crawling Black Spider (1964)

Un blues rock lento e bollente registrato dai misteriosi The Web. Una delle rarità più interessanti fra quelle contenute nel cofanetto.

RAY HOFF & THE OFFBEATS
Uncle Willie (1966)

Capeggiati dal cantante australiano Ray Hoff, gli Offbeats si specializzarono in una versione particolarmente grezza e violenta dell’R&B misto al rock and roll, lasciando però poche tracce della loro esistenza. Questo grande pezzo super-eccitante, aggressivo e ritmatissimo, ce li presenta in splendida forma.

RICK AND SANDY
Lost My Girl (1965)

Appena quattro singoli pubblicati dal duo composto da Rick Tykiff e Sandy Roberton che, per la Decca, se ne uscirono con questo bel brano pop dal gusto tipicamente beatlesiano, nel quale una grintosa chitarra fuzz aggiunge un pizzico di ruvidezza in salsa garage.

THE CREATION
Cool Jerk (1968)

Ottenne un discreto successo in Germania questa frizzantissima cover di “Cool Jerk”, un brano del gruppo soul americano The Capitols molto amato dalla comunità Mod. A questa versione decisamente rock partecipa anche il pianista Nicky Hopkins, uno dei più grandi session men di sempre.

THE CRYIN’ SHAMES
I’ll Keep Holding On (196?)

Seppur autori di un singolo che ottenne un discreto successo in UK (“Please Stay”, che arrivò fino alla 26° posizione in classifica), i Cryin’ Shames di Liverpool non riuscirono mai a conquistare il vero successo che probabilmente avrebbero meritato. Il loro talento è messo in bella mostra in questa malinconica ma rockeggiante cover di “I’ll Keep Holding On” delle Marvelettes, rimasta inedita fino al 2024.  

MIKI DALLON
Captain Man (1966)

Un brano soul incredibilmente energico ed eccitante questo di Miki Dallon, seppur mai pubblicato ufficialmente negli anni in cui fu registrato.

THE ALAN BOWN
My Girl The Month Of May (1968)

Noto anche con il nome Alan Bown Set, questo gruppo riuscì a ottenere un buon successo dopo essere stato scaricato dalla Pye Records e aver parzialmente abbandonato la sua anima Mod per abbracciare lo stile psichedelico alla fine degli anni ’60. Rientra in questo campo anche la coloratissima versione di “My Girl The Month Of May”, cover di un pezzo del trio vocale americano Dion And The Belmonts.