Credit: Giuseppe Loris Ienco

È stato un concerto difficile quello che i Motorpsycho hanno tenuto l’11 maggio all’Orion di Ciampino (RM), compromesso da problemi tecnici continui che hanno perseguitato il povero chitarrista/tastierista Reine Fiske che, in occasione di questa tournée di supporto all’album eponimo pubblicato a febbraio, sta accompagnando dal vivo il duo norvegese composto da Bent Sæther e Hans Magnus Ryan.

I volumi folli, inoltre, hanno pregiudicato la resa acustica del live, che sin da subito si è trasformato in un magma di suoni indistinguibili con i momenti più caotici segnati in maniera dolorosa dal basso distorto di Sæther. Una vera e propria tortura per le orecchie, soprattutto per chi ha voluto trascorrere le due ore e mezza del concerto sotto il palco (personalmente, ho preferito spostarmi nelle retrovie dopo pochi minuti).

Lo spettacolo è iniziato puntuale alle ore 21:00 con un lunghissimo brano d’atmosfera drone; la band norvegese sperava di trasportare il pubblico in un’altra dimensione ma ancora non immaginava di essere salita a bordo di un treno diretto all’inferno. Le difficoltà che hanno angustiato lo sfortunato Fiske sono partite quasi subito, rese evidenti dalla palese frustrazione del polistrumentista scandinavo.

I Motorpsycho, da bestie live ed eccellenti professionisti quali sono, hanno però affrontato gli ostacoli con la forza del loro hard rock/progressive psichedelico che, per quanto stravolto da un’acustica da incubo, ha conquistato i fan presenti soprattutto quando sono stati proposti loro i vecchi classici del repertorio e qualche nuovo brano di grande impatto, come l’ottima “Lucifer, Bringer Of Light”.

Non tutto è stato da buttare: la parentesi acustica posta nel mezzo dello spettacolo ha dato un po’ di conforto sia alla band che agli spettatori, che hanno ben gradito la parentesi di calma che ha momentaneamente interrotto il fragore lancinante. I problemi tecnici e l’acustica per nulla ottimale del posto, tuttavia, hanno pregiudicato un concerto che meritava una location diversa. Forse è stata solo una serata sfortunata: sempre all’Orion, nel non lontano 2023, i Motorpsycho avevano tenuto un live davvero degno di nota, sempre a volumi estremi (d’altronde, il “rumore” del grunge e del noise ce l’hanno nel DNA) ma tutto sommato tollerabili. Sta di fatto che questa volta è andata male e se ne sono resi conto anche loro, chiedendo scusa a tutti i presenti con dei post pubblicati su Instagram e Facebook.