Non un’uscita a sorpresa come quella del primo “Pe’ahi” undici anni fa ma il ritorno dei The Raveonettes, che celebreranno anche il ventennale di “Pretty in Black” con un lungo tour e una data a Milano il ventinove maggio, è di quelli che fanno molto piacere.

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Sune Rose Wagner e Sharin Foo avevano già parlato dell’intenzione di pubblicare un “Pe’ahi II” e il parallelo con il primo capitolo è evidente fin dalla copertina. Verde per il disco del 2014, rosa per quello odierno che torna a rivisitare un immaginario musicale a cui il duo danese è rimasto sempre legato, pubblicando anche una versione commentata di “Pe’ahi” che approfondiva il background di quell’album.

Le spiagge non così dorate della California, personaggi e atmosfere ben presenti anche in questi otto brani tutti cantati da Sharin Foo. Le melodie agrodolci e le chitarre sognanti di “Strange”, singoli ritmati come “Blackest” e una “Dissonant” altrettanto incisiva, con quei sintetizzatori che creano il giusto livello di tensione, le incalzanti tastiere di “Killer” dimostrano che bene hanno fatto i The Raveonettes a tirar fuori dal cassetto queste canzoni, impressioni confermate dal mood dark di  “Lucifer” e dall’indie rock di “Speed”.

“Sunday School” è un viaggio negli anni ottanta più avvincenti e oscuri, “Ulrikke” un vero gioiellino garage rock. Sarebbe riduttivo definire b – side le canzoni di “Pe’ahi II”. Hanno una personalità ben definita, affine alle sonorità del primo “Pe’ahi” ma non totalmente sovrapponibile, con in più un po’ dell’atmosfera gotica di “Raven In The Grave” che potrebbe essere apprezzata dai fan storici e incuriosirne di nuovi.