
La traiettoria artistica di Luca Borgia si discosta notevolmente dagli interpreti mainstream, evitando al contempo di omologarsi ai canoni più tipici del rock alternativo.
Sì, perché Borgia preferisce alle forme di virtuosismo (di cui pure sarebbe capace) lavorare piuttosto di fino, cesellando ogni suono al fine di creare l’atmosfera più congeniale al singolo pezzo.
Era stato così in altri suoi lavori, come “Avvolgistanti”, e lo è a maggior ragione nel recente “Fotosintesi” pubblicato da Snowdonia Dischi.
La componente atmosferica raggiunge livelli altissimi, d’altronde questo nuovo lavoro nasce in collaborazione con il regista Francesco Fei, come colonna sonora del docufilm “Pellizza pittore da Volpedo”.
Tutte le tracce si collegano così a determinate scene, riuscendo a trasmettere grande forza evocativa: pensiamo all’iniziale “Su un ritratto di vetro – parte 1″ o a “Circe”, le quali memori della lezione del miglior post-rock “ambientale”, arrivano a chi ascolta nella forma più naturale, priva di orpelli.
Fotosintesi by Luca BorgiaIl versante onirico lascia spazio anche a momenti più oscuri, ma in genere si prediligano partiture ampie, dove il suono da ovattato si fa avvolgente, grazie al sax sapientemente dosato di Eros Giuggia
“Fotosintesi” è in definitiva un affresco sonoro ricco e affascinante, in cui l’autore è riuscito a tradurre una vasta gamma di stati d’animo, toccando le corde più segrete dell’anima. Potere della Musica!
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