Hawkins from Washington DC, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Sono ormai venti anni che i Balmorhea sono in giro e stasera li ritroviamo finalmente in Italia dopo parecchio tempo, come racconterà durante il concerto Rob Lowe, specificando che mancavano dal nostro paese addirittura dal 2018.

Noi avevamo avuto la fortuna di assistere per ben due volte a un concerto del gruppo post-rock di Austin in passato, prima al Mattatoio di Carpi (MO) e, in seguito, al Nuovo Teatro Cinema Italia di Soliera (MO), in una serata organizzata proprio dalla venue carpigiana: in entrambe le occasioni eravamo rimasti incantanti dai paesaggi disegnati da questi texani e ci fa dunque molto piacere ritornare a vederli anche stasera.

Nonostante abbiano suonato nel nostro paese parecchie volte, quella di oggi è la prima volta che i Balmorhea passano per Bologna, ci terrà a sottolineare Rob successivamente, specificando inoltre di essere stato colpito dalla bellezza del capoluogo emiliano.

Se da una parte c’è l’album “Pendant World”, uscito nel 2023, dall’altra c’è soprattutto da festeggiare appunto il ventennale della band e, con questa scusa, la band statunitense ne approfitta per ripropore nel suo set anche pezzi meno recenti.

Sul palco oltre a Lowe e al fido compagno Michael Muller c’è anche il violinista italiano Bryan Senti, che si è anche occupato di aprire la serata.

Sono passate da poco le ventuno e cinquanta quando Rob arriva da solo sullo stage del locale situato all’interno del dopolavoro ferroviario di Bologna, incantando il pubblico, oggi seduto in maniera molto raccolta al centro della sala del Locomotiv Club, con il solo suono del piano, utilizzando sin da subito pennellate dai colori così delicati che non possono lasciare insensibili i fan presenti.

Già dal secondo brano si uniscono a Lowe anche Muller e Senti, aggiungendo eleganza e gentilezza con chitarra acustica e violino: non c’è bisogno delle parole, ci godiamo questa musica totalmente strumentale facendo viaggi sonori incredibilmente raffinati e morbidi che ci fanno sognare.

Anche pezzi corti come “Nos”, estratto dal loro album precedente, “The Wind” (2021), in poco più di un minuto sa comunque donarci una ventata di poesia capace di emozionare.

Sia in situazioni in cui Michael e Rob ricamano arpeggi pieni di sensibilità, che in altre in cui piano e violino creano una certa tensione, non viene comunque mai a mancare quella sensazione di bellezza strumentale che sa lasciare il segno.

“New Conditions”, presa dal recente “Pendant World”, aggiunge ulteriore qualità con un tocco jazzy, come sottolinea anche lo stesso Lowe, mentre il delicato lavoro di violino, sei corde acustica e piano in “Baleen Morning” incanta ancora una volta il pubblico felsineo, che applaude sistematicamente molto convinto alla fine di ogni singola traccia.

C’è poi tempo per un encore di ben tre pezzi che si chiude con Michael e Rob alle loro chitarre a regalare ai fan emiliani gli ultimi preziosi arpeggi della serata.

Quasi un’ora e un quarto di set, dove i Balmorhea, accompagnati da un ottimo artista come Bryan Senti al violino, senza mai forzare, hanno saputo emozionare, incantare, rilassare e far sognare il pubblico bolognese grazie alla delicatezza e alla poesia del loro sound.