
Stasera ci troviamo a Berlino, e più precisamente nel vivace quartiere di Neukölln, per assistere al concerto dei PUP all’Hole 44.
La band di Toronto è in tour in Europa per presentare il suo quinto LP “Who Will Look After The Dogs?“, uscito a inizio maggio via Little Dipper / Rise, e stasera fa appunto tappa nella capitale tedesca.
La bella notizia, che sinceramente ci eravamo dimenticati fino a poche ore prima dall’inizio del concerto, è che come opening act ci sono gli Illuminati Hotties, creatura di Sarah Tudzin, che non solo presenterà il suo terzo full-length “Power“, realizzato lo scorso agosto per la Hopeless Records, ma anticiperà anche l’EP “Nickel On The Fountain Floor”, che vedrà la luce proprio la settimana prossima sempre per la label fondata da Louis Posen.
Fatte queste dovute premesse non ci resta che goderci questa serata che si fa ancora più interessante del previsto e, ve lo anticipiamo, non tradirà le pur alte aspettative.
Sin dall’opening-act la venue situata su Hermann Strasse – che una volta era un cinema – risulta molto piena (non sappiamo se sia andata sold-out o se mancasse solo qualche manciata di biglietti per arrivarci).

Sarah e compagni salgono sul palco dell’Hole 44 quando sono le otto precise ed è “Can’t Be Still”, opening-track anche di “Power”, che apre la serata: quei bei riff power-pop iniziano subito a scaldare la sala della venue berlinese con la loro energia, ma allo stesso tempo non vengono mai a mancare le ottime sensazioni melodiche che questi californiani sanno creare.
E se “The L” inizialmente risulta più riflessiva e – in certi momenti – perfino sognante, prima di esplodere con chitarre potenti, “Joni: LA’s No. 1 Health Goth” è pura adrenalina punk che scatena il pogo e sa eccitare il pubblico tedesco con la sua cattiveria e la sua grinta.
Come dicevamo poco sopra, gli Illuminati Hotties presentano anche un paio di brani dall’imminente EP e ovviamente non poteva mancare “777″, con i suoi feedback e quella sua atmosfera dreamy, ma allo stesso tempo piena di energia dai toni shoegaze; invece l’altro assaggio, “Wreck My Life”, vede salire sul palco Stefan Babcock dei PUP, che canta insieme a Sarah: inevitabilmente si va a puntare in maniera decisa verso scenari punk con un ritornello catchy e poppy che è davvero irresistibile, supportato ovviamente da rombanti sei corde.
Dopo tre quarti d’ora è “Didn’t” a chiudere il loro set: decisa e con riff graffianti dai toni punk, ci riporta alla mente proprio i PUP, headliner di questa serata. Davvero un inizio grintoso e una prova convincente per la formazione guidata dalla Tudzin.
I PUP, invece, arrivano sullo stage della venue berlinese quando l’orologio segna le ventuno e quindici: nel corso degli ottanta minuti del loro set, incentrato ovviamente sul nuovo LP, ci sarà comunque spazio per numerosi assaggi da tutti e cinque i loro lavori sulla lunga distanza per la gioia di tutti i presenti.
Ad aprire il live ci pensa “No Hope”, opening-track anche del recentissimo “Who Will Look After The Dogs?”: Babcock e soci incendiano immediatamente il pubblico tedesco con grida, eccellenti melodie, ritmi forsennati e riff di rara potenza. E’ davvero impossibile rimanere fermi e non cantare davanti a una canzone così trascinante e inarrestabile.
Poco dopo “Free At Last” da “Morbid Stuff” (2019) è un altro momento di esaltazione totale, una vera bomba delirante e supercatchy con cori incredibili e irresistibili, dove il drumming di Zack Mykula non lascia nemmeno il tempo per respirare.
Dopo un breve stop forzato, causato da un’allarme antincendio, si riparte con “Concrete”: qui l’atmosfera si fa più poppy e pulita e non manca un tocco di malinconia, che riesce, però, a sfogarsi in un coro comunque pieno di adrenalina e di determinazione.
La cattiveria di “Totally Fine”, da “The Unravelling Of PUPtheband” (2022), è davvero incredibile: rumorosa e tagliente all’inizio, in seguito vede spazi più riflessivi prima di ritrovare ancora una volta dei cori incredibilmente esplosivi.
Ovviamente non può mancare “Morbid Stuff”, title-track del loro terzo LP: è un inno totale, cantato da ogni singola persona presente all’Hole 44 stasera. I suoi riff ce lo fanno adorare e il pogo che riesce a scatenare è davvero qualcosa di indescrivibile.
Se qualcuno si era illuso che i PUP avessero deciso di arrestare il ritmo con “Scorpion Hill” si era sbagliato di gran lunga, perché, dopo un inizio morbido, il pezzo prende ritmi decisamente alti e diventa molto rumoroso con riff imponenti e un drumming incalzante e cattivo, pur mantenendo eccellenti melodie.
Il recente singolo “Hallways”, invece, è molto più potente rispetto alla versione su disco: se la voce di Babcock risulta riflessiva e calma, la strumentazione, invece, è una vera furia e non smette un attimo di aggredire.
Come se non bastasse subito dopo ecco “If This Tour Doesn’t Kill You, I Will”, anche in questo caso molto più carico rispetto alla sua versione originale: le chitarre arrivano dritte in faccia, mentre la sezione ritmica continua ad attaccare in maniera forsennata per la gioia del pubblico berlinese.
La vecchissima “Reservoir” dimostra tutta l’essenza punk old-school della band di Toronto a cui si aggiunge Sarah Tudzin: una bomba piena di cattiveria che esplode in faccia alla folla con conseguente crowd-surfing.
E’ poi “Full Blown Meltdown” a chiudere la serata aggiungendo ulteriore intensità ed energia al set, mentre Stefan decide di gettarsi tra il pubblico.
Uno spettacolo totale, tra adrenalina, sudore, rabbia, potenza e melodie eccellenti: lo spirito punk-pop dei PUP è sempre una vera forza e questi canadesi lo sanno dimostrare a ogni loro concerto. What a night!