A poco più di due anni dall’uscita di “Pollen“, i Tennis ritornano con questo loro settimo LP, pubblicato dalla loro label, la Mutually Detrimental: Alaina Moore e Patrick Ryley allo stesso tempo hanno però annunciato che il loro progetto è giunto al termine e che quindi questa sarà il loro ultimo album, anche se per il prossimo 16 maggio è prevista ““Neutral Poetry: First Recordings, Unreleased Demos 2009-2010″, una raccolta di inediti dei loro esordi.

Credit: Luca Venter

Il duo indie-pop di Denver racconta che, ancora quando era in tour per il disco precedente, aveva trovato l’ispirazione e aveva iniziato a scrivere nuovo materiale: poi purtroppo è arrivata una crisi che non gli ha permesso di concludere ciò che avevano iniziato. Solo esplorando il loro passato sono riusciti a portare a termine questo nuovo LP: a conclusione dei lavori i coniugi Ryley hanno capito che i Tennis erano arrivati alla fine, avendo già detto tutto quello che volevano dire e ottenuto tutto quello che volevano ottenere come band.

Il disco si apre con “At The Apartment”, che ricorda i momenti prima della cerimonia del loro matrimonio: non mancano le belle melodie, mentre la voce di Alaina ci conquista con la sua leggerezza mentre si muove con grazia tra il piano e la chitarra, lasciando splendide sensazioni dreamy.

Anche “The Wedding” porta di nuovo alla mente il giorno delle nozze con un velo di malinconia e di tristezza, mentre le sei corde disegna raffinate sensazioni pop accompagnata dai synth.

Più avanti “12 Blown Tires” ci trasporta verso quei lunghi viaggi in tour e ovviamente anche qui appare un colore cupo nel cuore di Alaina e Patrick: a livello sonoro, se inizialmente il pezzo ricorda l’indie-pop sognante dei loro inizi, in seguito troviamo anche un tono più elettrico e intenso nella chitarra.

“I Can Only Describe You”, invece, sembra riportarci verso tonalità pop dai sapori ’80s con quei suoi piacevolissimi synth, mentre in “Sister” la sei corde di Ryley ci fa ritrovare quelle sensazioni acquatiche che avevano caratterizzato il loro debutto full-length “Cape Dory” (2011), prima di lasciare spazio a un pop raffinato e dreamy.

Un disco nostalgico e malinconico e allo stesso tempo molto gradevole, “Face Down In The Garden” porta a termine (almeno per ora) il progetto Tennis, lasciandoci comunque un altro lavoro pop di qualità più che buona.