Credit: Alexa Viscius

Il 5 novembre 2022 purtroppo Mimi Parker è deceduta dopo una dolorosa battaglia contro un tumore al seno: la musicista di stanza a Duluth non era solo la batterista dei Low, ma anche la consorte del frontman e chitarrista della band del Minnesota, Alan Sparhawk. Se la pluridecennale avventura dei Low è giunta al termine quel giorno, Alan, invece, dopo una dovuta pausa per cercare di riprendersi da un dolore che rimarrà comunque incancellabile nel suo cuore, è tornato a fare musica utilizzando il suo nome, supportato dalla Sub Pop Records, che aveva pubblicato anche numerosi album della sua band. Se a settembre dello scorso anno è uscito “White Roses, My God“, un LP caratterizzato da un’elettronica pesante, questa settimana – e più precisamente venerdì 30 maggio – arriverà “With Trampled By Turtles”, un lavoro di grandissima classe che trova invece le sue radici nel country-folk più delicato. Lo statunitense inoltre arriverà in Italia nel mese di giugno per quattro imperdibili date a presentare questi due nuovi dischi solisti (nel 2006 aveva realizzato anche un album dai panorami sonori avant-garde e ambient, “Solo Guitar”): gli appuntamenti con lui sono previsti per lunedì 2 allo Spazio 211 di Torino, martedì 3 alla Largo Venue di Roma, mercoledì 4 al Locomotiv Club di Bologna e giovedì 5 al Circolo Magnolia di Segrate (MI) per una preview di Unaltrofestival. Noi di Indieforbunnies abbiamo contattato Alan via Zoom qualche giorno fa per farci raccontare maggiori dettagli sui suoi dischi più recenti e sulla sua nuova carriera solista. Ecco cosa ci ha detto:

Ciao Alan, grazie per il tempo che stai passando con me stasera e benvenuto su ‘Indieforbunnies.com’. Come stai? Tra pochissimi giorni tornerai a suonare in Italia. Io ero stato ad alcuni show dei Low a Bologna a teatro, sia al Duse che all’Antoniano negli anni scorsi.
Sì, abbiamo suonato in posti davvero meravigliosi alla fine della carriera dei Low. Mi ricordo di questi bellissimi show nei teatri le ultime volte che siamo stati a Bologna. L’ultima volta abbiamo avuto un problema con il nostro van e siamo arrivati appena in tempo per suonare.

Tornando a parlare dei tuoi imminenti show in Italia, cosa provi al pensiero di tornare a suonare nel nostro paese? Cosa si devono aspettare i tuoi fan italiani dai tuoi prossimi concerti?
Sono molto contento di tornare in Italia. Ho molti bei ricordi nel vostro paese. Sin dall’inizio dei Low siamo venuti a suonare da voi, abbiamo suonato in parecchie città, abbiamo passato parecchio tempo in Italia e siamo sempre stati trattati molto bene. Abbiamo tanti amici nel vostro paese e tanti bei ricordi. Per me, per una qualche ragione, è sempre stato un posto dove la musica diventa più profonda. Facevamo alcuni concerti in giro per l’Europa e poi arrivavamo in Italia e ci dicevamo: “adesso dobbiamo essere più profondi“. Per me l’Italia è il paese migliore dove suonare, mi sembra che ci sia molta passione per la musica da voi e mi sento l’obbligo di scavare più in profondità e di essere veramente onesto. Il modo in cui le persone ascoltano la musica lì da voi mi ha sempre ispirato e mi fa venire voglia di suonare da voi. Sono davvero contento di tornare. Prima suoneremo in Inghilterra, sarà il nostro warm-up per l’Italia. (ridiamo) Nel tour europeo con me ci sarà mio figlio Cyrus, che suonerà il basso. E inoltre avrò anche un batterista, che è lo stesso dei Retribution Gospel Choir, Eric Pollard. E’ una band in cui sono stato anni fa e siamo anche venuti a suonare in Italia alcune volte. Quindi saremo una band di tre elementi. Nella prima parte del set canterò alcune canzoni di “White Rose, My God”, il mio disco uscito lo scorso anno che è soprattutto elettronico, dove la voce è alterata. Poi suoneremo come band e suoneremo molte canzoni nuove da “With Trampled By Turtles”, che uscirà alla fine di questo mese. Ho due dischi nuovi da presentare ai miei fan.

Posso chiederti se hai registrato questi due album nello stesso momento o se sono invece stati due processi separati?
Sono state due cose separate. Credo che stessi finendo “White Roses, My God” quando è arrivata l’opportunità di entrare in studio insieme ai Trampled By Turtles. Abbiamo iniziato a scrivere mentre stavo finendo il disco precedente, quindi un po’ anche nello stesso momento. Allora non sapevo che sarebbe diventato un disco, “White Roses, My God” era solamente un esperimento, poi ho visto che diventava interessante e ho cercato di capire cosa poteva succedere con quel materiale. Poi i Trampled By Turtles mi hanno invitato in studio per un pomeriggio per cercare di lavorare su qualche canzone ed è così che le cose sono iniziate. Non avevo programmato nulla, non mi ero detto: “voglio fare due dischi”. E’ semplicemente successo e mi sono accorto di avere pronti due dischi molto differenti l’uno dall’altro. (ridiamo) Mi sono chiesto cosa ne avrei fatto, non pensavo che potessero diventare degli album. Ho fatto uscire prima “White Roses, My God” e ora, dopo pochi mesi, uscirà quest’altro che è molto diverso, ma comunque sta succedendo. Devo ringraziare davvero tanto la mia label, la Sub Pop Records, per avermi permesso di pubblicare due dischi nel giro di meno di un anno, ma loro sono di vedute molto aperte.

Abbiamo parlato della tua label, la Sub Pop Records. Che cosa ci puoi raccontare di loro? Che rapporti avete? Io amo quella casa discografica fin dagli anni ’90.
Sono un’ottima label. Sono di Seattle. Abbiamo pubblicato gli ultimi cinque o sei dischi dei Low con loro e ora ho continuato con loro. Ho dei buoni amici lì. Le cose funzionano molto bene con loro e hanno pubblicato i miei due dischi solisti così diversi. Sono sempre andati molto bene per noi e fanno un ottimo lavoro.

Mi hai detto che “White Roses, My God” è stato una sorta di esperimento e che non sapevi nemmeno cosa ne avresti fatto e se sarebbe mai stato realizzato. Ti posso chiedere come è cresciuto e si è sviluppato fino a diventare un disco vero e proprio?
Penso che sia successo la stessa cosa di sempre: ho avuto bisogno che qualcuno entrasse nella stanza per sentirlo e mi dicesse di andare avanti. I miei figli erano con me mentre ci stavo lavorando e mi hanno detto che era davvero cool. All’inizio stavo solo giocando, ero in un periodo davvero difficile, volevo scrivere musica, ma ero ancora perso. Non sapevo ancora di cosa avrei voluto scrivere. Non mi sentivo obbligato di dover scrivere, ero ancora in uno stato di shock. Ho iniziato a trafficare con una drum-machine e con i synth. Erano le cose con cui i miei figli suonano, loro fanno cose hip-hop e gli piace provare a giocare con le cose nello studio. Ho iniziato a sperimentare con queste cose e il correttore del tono vocale è stato veramente cruciale. Ho pensato che fosse divertente e strano, ma quando ho iniziato a improvvisare e a fare cose, è stata una sorpresa. Erano cose che venivano fuori da me: ero sorpreso perché non credevo di avere l’abilità di scrivere, non volevo sentire la mia voce, ma sapevo di avere del materiale dentro di me e volevo che uscisse. Una volta che ho trovato questa voce diversa, sono esploso e sono uscite tantissime cose da me. Ho improvvisato e le cose che stavano succedendo mi hanno davvero sorpreso. Una volta che ho messo insieme un po’ di cose, le ho suonate per un paio di amici e mi hanno detto: “Sono molto belle, devi continuare“. E credo che anche dentro di me ho pensato che mi piacessero. Quando i miei ragazzi le hanno ascoltate e hanno detto che erano cool, ho dovuto prestare attenzione perché loro sono molto più cool di me. Ascoltano musica molto cool. Ho avuto bisogno di un aiuto esterno per capire che era qualcosa che potevo condividere. E’ successo. E’ stato un caso, ma una volta che è successo e, una volta che ho messo un po’ di cose insieme e ho avuto l’idea di finirlo, ho provato a fare qualche cosa in più e ho trovato le persone giuste per aiutarmi a finirlo. Come ti dicevo, non avevo intenzione di fare un disco, volevo solo creare della musica. Volevo aiutarmi e fare qualcosa, senza chiudermi in me stesso perché troppo simile a ciò che già conoscevo.

Come mi raccontavi poco fa hai incontrato i Trampled By Turtles e hai iniziato a registrare materiale molto diverso. So che avevate già suonato insieme a loro in passato e che siete amici da tanto tempo.
Sì, li conosco da quando abbiamo iniziato (con i Low), viviamo nella stessa città. Siamo diventati amici nel corso degli anni.

Pensi che sia stata una cosa naturale collaborare e lavorare insieme a loro?
Sì, è stato tutto molto facile. Alcune volte ci incontriamo e, nel corso degli anni, ci siamo detti che avremmo dovuto provare a fare qualcosa insieme. A volte ci si riesce ed è veramente bello, ma molte volte rimane solo un sogno. Loro sono piuttosto famosi qui negli Stati Uniti, hanno fatto dei concerti in posti importanti e dei grandi tour. Un giorno in estate mi hanno chiamato chiedendo se volessi fare qualcosa con loro. Mi stavano cercando di aiutare, avevo perso Mimi e loro volevano essere amichevoli, farmi fare qualcosa, farmi viaggiare come facevo prima. Abbiamo parlato e avevano delle canzoni che dovevamo provare a fare insieme. Abbiamo parlato un po’ e poi loro, mentre erano in studio che stavano registrando del loro materiale, mi hanno chiesto se volevo andare a lavorare insieme. Così un pomeriggio abbiamo iniziato a lavorare su un po’ di musica insieme ed è iniziato tutto in questa maniera. E’ stato facile. Le cose sono funzionate molto velocemente, così poi abbiamo potuto registrare. Eravamo tutti nella stessa stanza nello stesso momento, così mi sono detto: “Ok, lo posso fare“. Gli mostravo una canzone e poi dicevamo: “facciamo in questo modo, così mi piace“, abbiamo semplicemente suonato. Sono degli ottimi musicisti e abbiamo fatto quasi sempre solo uno o due take. E’ stato molto veloce e semplice. Avremmo potuto spenderci due settimane, se avessimo voluto, ma è stato davvero molto facile e ci sono bastate due mezze giornate.

E’ stato qualcosa di molto naturale quindi?
Sì, assolutamente. Sapevo che sarebbe stato così. Ero già stato con loro in studio in passato e sapevo come sarebbero funzionate le cose. I Low hanno fatto un disco con i Dirty Three ed è stata una situazione simile: abbiamo messo insieme qualche idea e abbiamo visto che funzionava e l’abbiamo suonata. E’ stato un processo molto veloce, non avevamo dovuto scambiare molte parole o spiegarci le cose.

E’ qualcosa di magico, non trovi?
Sono dei musicisti molto talentuosi. Le canzoni sono molto semplici e, in questi casi, un buon musicista puo’ mettere insieme le canzoni molto rapidamente, aggiungendo i propri punti di forza. Il loro violinista, Ryan Young, è un musicista molto bravo. Sa creare spontaneamente parti che sono davvero molto belle. E’ sempre una gioia poter lavorare con musicisti così, capaci di esprimere le cose in maniera così fluida.

Il processo è stato molto diverso e anche il suono è molto diverso rispetto a “White Roses, My God”: posso chiederti quali sono state le tue principali fonti di ispirazione questa volta? Questo è un disco più country-folk, mentre il tuo precedente era un disco elettronico, quindi completamente diverso.
Non ho pensato: “adesso farò questa cosa“. E’ semplicemente successo che uscissero queste due cose. Sono molto diverse e sono davvero fortunato di poter suonare musica molto diversa insieme a persone differenti. Ho sempre cercato di essere molto aperto verso stili e modi di approcciare le cose differenti. Alcune cose mi piacevano molto, altre erano più difficili per me. Conoscevo già i Trampled By Turtles e sapevo che sound avrebbero creato. Nel corso degli anni ho imparato che una canzone è molto flessibile e la si puo’ suonare in modi diversi, a volte uno è migliore, altre uno è più interessante o magari è più una sfida. A volte le canzoni sono semplici, ma vuoi trovare un nuovo modo di presentarle, come negli ultimi dischi dei Low. Essere aperti alle canzoni è qualcosa di cruciale. Non vedo più necessariamente me stesso come un musicista che segue uno stile o un altro. Anche nei Low abbiamo provato molte possibilità e cose diverse. Non importava quanto provassimo e quanto fossimo sperimentali, comunque eravamo sempre noi che scrivevamo. Le possibilità sono illimitate.

Passando, invece, ai testi del tuo nuovo disco, di che cosa parlano?
Arrivano da qualsiasi parte. Alcune canzoni hanno già qualche anno che magari non sapevo come finire, come per esempio “Too High”. Avevamo provato a registrarla con i Low, ma non aveva mai funzionato. Mi ricordo di aver pensato: “I Trampled By Turtles potrebbero suonare questa canzone“. Così ho provato a suonarla insieme a loro e finalmente ho trovato il suono giusto. Anche “Princess Road Surgery” l’avevo scritta parecchio tempo fa. L’avevamo provata in alcuni modi diversi con i Low, ma non ci era mai sembrata adeguata, poi con loro invece ha funzionato. “Not Broken” è una canzone su cui stavamo lavorando io e Mimi proprio alla fine quando lei stava male e non riusciva più a suonare. Dopo la sua morte ho aggiunto un paio di cose e poi l’ho provata. Canzoni come “Screaming Song” e “Turn & In Ashes”, invece, sono molto nuove. Sono canzoni che ho scritto dopo la morte di Mimi. “Screaming Song” è molto letterale. Ero molto a disagio in quel momento; è una canzone molto intima, parla molto del momento in cui lei è morta e di come ho reagito e di come mi sentivo. Provavo confusione, tristezza, paura. Non volevo scrivere del dolore e della perdita dell’amore. Per un certo momento sentivo che fosse sbagliato scrivere del dolore, mi sembrava un insulto, ma queste canzoni sono uscite da me. Un paio di canzoni le avevo scritte per “White Roses, My God”, ma poi ho capito che era meglio suonarle in acustico. “Heaven” porta molto dolore ed è una specie di reazione alla perdita. E’ una canzone molto semplice e mi è uscita in maniera molto spontanea. Ho pensato che fosse una buona canzone e che si potesse suonare con altri strumenti. “White Roses, My God” era un caos all’interno del quale io esplodevo, è un’esplosione di paura, di dolore e di speranza. Per il disco con i Trumpled By Turtles ho respirato e mi sono detto: “Ok“. Sì, entrambi gli album sono reazioni alla perdita e al dolore, ma vengono da luoghi diversi e sono stati scritti in momenti diversi.

Parlando di un tuo possibile nuovo album che potrai creare in futuro, mi hai detto che non vuoi avere limiti di genere per quanto riguarda il tuo suono: hai già qualche idea?
Mi piace molto suonare in una band insieme ad altre persone, a volte siamo parecchio rumorosi con il materiale più elettrico. Mi diverte lottare con la chitarra. (ridiamo) Mi piacerebbe fare qualcosa del genere o anche di nuovo qualcosa di elettronico perché mi è piaciuto molto fare “White Roses, My God”. Ci sono tante possibilità e tanti territori che sarei contento di esplorare. Credo che proverò a sperimentare con alcune cose e vedrò cosa succederà. Ho già qualche canzone nuova che suoneremo live, ma che non ho ancora registrato. Vedremo come le registrerò. Per me una parte del processo creativo è trovare un modo nuovo di esprimere il mio sound. Mi piace la musica rumorosa e pesante, mi piace il reggae, delle volte mi piace creare qualcosa di molto tranquillo e soft, altre volte voglio fare della musica house. (ridiamo) Non ho un suono particolare (da seguire). Sono un editore molto duro su me stesso e devo sempre trovare qualcosa che mi sorprenda per quello che farò dopo. Deve essere un’avventura attraverso territori sconosciuti, non voglio andare nello studio sapendo esattamente come suonerà la mia musica.

Alan, grazie mille per questo tempo che hai speso con me. Un’ultima domanda, per piacere puoi scegliere una tua canzone o magari anche una dei Low, da utilizzare come colonna sonora di questa intervista?
Non so, “Stranger” dal nuovo disco potrebbe essere un buon esempio. Inoltre direi anche “Screaming Song”, che è la canzone più vulnerabile del disco, è molto intima, magari un po’ inquieta, ma l’assolo di violino è molto bello e illustra molto bene l’emozione della perdita e del dolore e delle lacrime. Inoltre potresti mettere anche una canzone dei Low che si chiama “$20″. Penso molto a questa canzone e mi porta alla mente le cose che devo ricordare.

Grazie ancora Alan, ci vediamo al Locomotiv Club di Bologna tra un paio di settimane.
Sì, assolutamente. Grazie mille a te.