
Icona multigenerazionale, Billy Idol rappresenta da sempre uno dei pesi massimi della scena rock internazionale. L’artista inglese, infatti, è uno degli artisti più amati a livello mondiale e il suo ultimo album, “Dream Into It”, anche se al netto di qualche riempitivo di troppo, testimonia tutta la creatività del musicista inglese. Detto questo, Indie For Bunnies ha deciso di farsi un giretto nella discografia del caro vecchio Billy, provando a stilare la propria, personalissima, Top 10 Brani.
10. To Be A Lover 1986, da “Whiplash Smile”Magnetica e dirompente, “To Be A Lover” rappresenta una delle tracce più amate dello zio Billy (che qui sembra rifarsi quasi al sound dei Doors). Gemma nascosta.
Pennellate di rock Ottantiano condite dalla chitarra fotonica di mister Steve Stevens. “Catch My Fall” è un brano iconico di un album infinito ed eterno.
Il sacro fuoco del rock and roll, declinato alla maniera di Billy Idol.
La title-track di un disco che ha segnato un decennio, un’era, la fine di un secolo musicale. Alzate il volume e godetevi questo viaggio lungo quattro minuti e cinquantadue secondi.
Il primo ruggito di Idol nell’universo mainstream mondiale. Ultimo singolo pubblicato dalla sua vecchia band (i mitici Generation X) e primo della nuova era. Piccola nota a margine: il riff del pezzo in questione – tra gli altri – è stato ripreso dagli Strokes di “Bad Decisions”.
Pepita dorata nascosta tra i fondali di un EP bellissimo e sottovalutato. Sì, dai, “Bitter Taste” è un brano sublime che fa rifiorire la vena creativa del Nostro. Recuperate “The Roadside” se non lo avete ancora fatto!
Cosa dire? Forse non si tratterà del brano più amato di Billy, ma è puro inchiostro musicale sul foglio bianco di un decennio che stava per cominciare. Decadenza e dolcezza.
Dinamite rock. Inno indiscutibile e magnifico. Billy Idol d’annata. E dannato.
Come spiegare la sacralità di un brano che andrebbe preservato come patrimonio dell’Unesco? Magia, decadenza, mistero e rock and roll s’incontrano tra le note del pezzo in questione per dare vita a uno dei pezzi più belli degli ultimi quarant’anni. Diffidate da chi storce il naso al riguardo.
Dite che era scontato ‘sto primato?! Okay. Allora provateci voi a metter su una traccia di siffatta, nonché infinita bellezza. La musica, a volte, è una scienza esatta, dove non c’è bello ciò che piace, ma è bello ciò che è bello. “Eyes Without A Face” è metafisica prestata al regno delle sette note.