Un album come “Electric War” è una manna dal cielo non solo per gli audiofili, ma per chiunque apprezzi la musica suonata con maestria da interpreti di altissimo livello. Barrie Cadogan, chitarrista sopraffino, continua a sorprendere con la sua sei corde camaleontica, capace di spaziare con naturalezza tra generi e suggestioni. Il suo tocco, inconfondibile e denso d’anima, è lo stesso che in passato ha sedotto artisti del calibro di Morrissey, Liam Gallagher, Paul Weller, The The e Primal Scream, per i quali Cadogan ha fatto da turnista e sessionman.

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Nel nuovo lavoro dei suoi Little Barrie il chitarrista/cantante inglese ritrova l’energia di sempre, affiancato dal fedele bassista Lewis Wharton – una vera macchina del groove – e dal batterista Malcolm Catto, produttore e sperimentatore sonoro, che da qualche anno ha preso il posto del compianto Virgil Howe (figlio di Steve Howe degli Yes), scomparso prematuramente nel 2017. Il trio si muove come un organismo unico, animato da una pulsione sonora che richiama la libertà creativa degli anni ’70 ma con uno sguardo proiettato verso paesaggi più visionari e contemporanei.

“Electric War” è un viaggio elettrizzante in una dimensione musicale che oscilla tra psichedelia, blues, funk, jazz fusion, soul, garage rock, R&B e krautrock senza mai perdere coerenza. Le chitarre taglienti e acide di Barrie Cadogan fendono l’aria come lame in un cielo elettrico mentre le percussioni di Malcolm Catto, con il loro ritmo fitto e intricato, sembrano evocare una calda giungla post-apocalittica in cui ogni battito è insieme caos e armonia. Attorno a questo fulcro si avvolgono trame sonore ipnotiche e stratificate, con una bella alternanza fra energia “vintage” e momenti di sospensione pregni di fascino.

La band – nota soprattutto per aver firmato il tema iniziale della serie TV “Better Call Saul” – raggiunge qui nuove vette espressive: tecnica e gusto si fondono in un equilibrio raro, senza mai sfociare nell’autocompiacimento. C’è una tensione costante, una forza vitale che attraversa l’intero lavoro e che lo rende più di un semplice album: è un’esperienza immersiva, da vivere tutta d’un fiato. Con “Electric War” i Little Barrie non si limitano a confezionare un omaggio alle sonorità del passato: le trasfigurano, le contaminano, le reimmaginano. Le fanno loro, dimostrandoci quanto ancora possano essere moderni la psichedelia e gli anni ’70.