
Annahstasia Enuke è cresciuta a Los Angeles e quando aveva quattordici anni uno zio le ha regalato un I – Pod pieno di canzoni di Bill Withers, Nina Simone e Janis Joplin. Artisti che hanno influenzato una carriera iniziata presto che dopo singoli, numerosi EP, oltre all’apertura dei concerti nel tour europeo 2021 di Lenny Kravitz, trova nei brani di “Tether” la dimensione ideale.
La voce di Annahstasia ha qualcosa di Tracy Chapman soprattutto nei brani più vicini al folk come “Be Kind” o “Unrest” senza rinunciare a influenze soul e gospel ben evidenti in “Villain”. Espressiva, dal tono caldo e vellutato in “Take Care Of Me” e “Slow”in duetto con Steven Umoh / Obongjayar sa trarre il meglio da arrangiamenti curatissimi e ritmi spesso cadenzati che diventano a volte poemi veri e propri come “All is. Will Be. As it Was.” con aja monet.
Non mancano brani dall’impronta R&B (“Overflow” su tutti) in un album dalle melodie intime e sofferte che nella grintosa, orchestrale “Believer” lascia intravedere quello che potrebbe essere il futuro di Annahstasia. Un disco maturo che grazie a produttori importanti come Jason Lader (ANOHNI and The Johnsons, Frank Ocean, Lana Del Rey) Andrew Lappin (Cassandra Jenkins) e Aaron Liao (Moses Sumney) può rappresentare la svolta tanto attesa.
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