
Si chiama “mosca cieca” il primo singolo di juni, progetto artistico di Ilaria Formisano, da poco entrata nel roster della label indipendente Factory Flaws.
Il brano è stato scritto in preda al terrore, dopo un’infausta notizia e indaga il sentimento della solitudine. Sentirsi soli è surreale, fa entrare in uno stato magico e illusorio, terreno fertile dove magneti, apparizioni e palcoscenici si mescolano a diventare realtà.
juni è un esperimento, una detonazione. Un progetto nato da una nausea per le forme, dal bisogno di esplorare. Orrore. Odio spiegarmi. Le visioni spiegate muoiono. juni è un edificio costruito d’errori, invisibile agli occhi, albergato da sogni, meraviglia, magia, un orgasmo mancato. Prestigiatori. Sibille.
Il momento della festa in cui ero sola in bagno, mi sono riconosciuta allo specchio. Che festa di merda. Che bel momento. Vibra di miti, creature e memorandum. juni è plurale, mostruoso. È il tentativo di dare un suono a ciò che non posso dire.
juni racconta così mosca cieca: “Ho gli occhi coperti da un pezzo di stoffa, un kimono sfinito indosso e luci rosse a dipingermi. Danzo e giro più volte su me stessa pronta ad ingannare la memoria, quasi sonnambula. Mentre mi appresto a muovere il primo passo unisco le mani in un’arma simulata, pronta ad affrontare il caos: una città desolata è il luogo perfetto per un gioco spettrale.”
juni è il nome d’arte di Ilaria Formisano che dà vita al suo nuovo progetto solista. Sta per june, il mese in cui ha preso vita il progetto oltre che il mese in cui è nata, ma anche per scanzonare wajuni (ragazzi in dialetto napoletano). Il nome gioca a riprendere il nomignolo che le hanno dato sin da ragazzina, ilariuni, e con cui verrà chiamata e conosciuta anche in contesti creativi.
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juni: Factory Flaws













