E’ un film soffocante, “The Lost Bus” di Paul Greengrass. Ti fa sentire davvero nella morsa del fuoco che qualche anno fa devastò la California.

Lo fa almeno su due livelli diegetici e utilizzando altrettanti toni filmici, l’action più realista del quale è maestro indiscusso e il drama. In due ore e dieci, il montaggio avvicenda serratamente il comando dei pompieri, che nulla può contro l’incendio che avanza sospinto dalla forza incontrollabile del vento, e Kevin, scombinato autista di scuolabus che si ritrova intrappolato in un vero e proprio inferno senza via d’uscita con circa venti bambini e una maestra.

Si soffoca, perchè Greengrass ci fa sentire il fuoco, ma anche perchè si assaggiano impotenza, frustrazione e disperazione, a fronte dell’intransigenza della natura. Da questo punto di vista, “The Lost Bus” è un film perfetto, perchè riesce esattamente in quello che si prefigge.

Certo, alla fine forse eccede un po’ in quell’eroismo americano un po’ stucchevole, però c’è anche da dire che condanna di brutto il sistema – si pensi alla chiosa della conferenza del comandante dei pompieri.

Il rimpianto è davvero solo uno: non averlo visto al cinema, perchè secondo me sul grande schermo ti fa davvero cacare sotto.