
Trasferta a Bologna di martedì sera per spezzare la settimana: ci troviamo al Covo Club, storico locale in terra felsinea, che quest’anno festeggia i suoi quarantacinque anni.
Gli ospiti di questa sera della venue di viale Zagabria sono gli Spirit Of The Beehive, band indie-rock di Philadelphia, che ha già pubblicato ben cinque LP.
Il gruppo della Pennsylvania presenta oggi “You’ll Have To Lose Something“, uscito ad agosto 2024 per la prestigiosa Saddle Creek, la label di Mike Mogis dei Bright Eyes.
Il loro set, di circa un’ora, oltre a brani estratti dal lavoro più recente, proporrà anche pezzi dai due album precedenti, “Entertainment, Death” (2021) e “Hypnic Jerks” (2018).
L’orologio segna le dieci e venti quanto la formazione statunitense sale sul palco del Covo Club, aprendo con “Nail I Couldn’t Bite”, in cui la voce della bassista Rivka Ravede recita la parte della protagonista: l’atmosfera è decisamente tranquilla con arpeggi gentili e synth ipnotici che disegnano belle melodie dai toni psichedelici, mentre il drumming rimane sempre piuttosto intenso.
Dopo un inizio più poppy con qualche sperimentazione più elettronica, “I’ve Been Evil”, primo estratto della serata dal loro nuovo album, prende una piega alt-rock fragorosa e decisamente più intensa che nella versione presente sul disco.
L’aggressività non manca nemmeno nella successiva “Sorry Pore Injector”: dopo uno dei loro numerosi intro dai tratti elettronici ed eleganti, ecco ancora uno spirito alt-rock cattivo e determinato prendere il sopravvento, ma allo stesso tempo troviamo un continuo cambio di atmosfere e una ricerca di melodie mai banali o scontate dai tratti psichedelici, tutti dettagli che ci ricordano i nostri amatissimi e compianti Cymbals Eat Guitars, che abbiamo visto più volte proprio qui al Covo Club alcuni anni fa.
“There’s Nothing I Can’t Do”, invece, si muove su saltellanti territori art-punk, poi cresce e diventa più rumorosa fino a esplodere con pesanti grida nella sua parte finale.
Molto bella poco più avanti “Let The Virgin Drive” che ci sorprende prima con la sua intensità e con i suoi vocals cattivi, ma in seguito, attraverso la magia dei synth, è capace di disegnare panorami più sognanti con tocchi pop decisamente più melodici.
Altra piacevole scoperta live è “The Cut Depitcts The Cut”, sempre estratto dal recente “You’ll Have To Lose Something”, che parte dapprima violenta e trova l’aggressività dei Beastie Boys, per poi rilassarsi in maniera assoluta e aprirsi a toni decisamente più soft e gentili, che ci regalano tante emozioni.
“Earth Kit” fa ampio uso dell’elettronica, disegnando paesaggi luminosi e aggiungendo un tocco di spiritualità extrasensoriale alla serata, mentre la vecchia “Can I Receive The Contact?” chiude la serata esplodendo in un alt-rock stile Dinosaur Jr. con chitarre fuzzy e un basso rumoroso, lasciandoci con un piacevole senso di follia e sensazioni melodiche davvero eccellenti.
Un live molto bello, solido e spesso intenso quello degli Spirit Of The Beehive che, per tutta la durata del concerto, hanno sempre cercato soluzioni meno ovvie e banali, portando anche a Bologna tanta qualità.













