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Avete presente quando una ragazza (se siete femminucce un ragazzo) vi fa un discorso in cui all’inizio decanta le vostre doti, e vi dice che siete una persona speciale, carina, simpatica e che siete proprio la persona giusta magari, ma”….Ecco, vi piazza un “ma” grande come l’oceano e pesante come un branco di elefanti giganti, e tutto quello che di buono era stato da voi percepito si scioglie come un ghiacciolo messo a soffriggere in una padella. Ecco, lo so che non ci sono motivi plausibili per prendere un ghiacciolo e soffriggerlo in padella, ma la sensazione è esattamente quella. Vi sentite d’improvviso inutili e affascinanti come un topo morto da due giorni a bordo strada,e vorreste sublimare in un istante. Questo per dirvi che le premesse sono inutili a volte, e so anche che fino ad ora questa recensione è stata solo una lunga premessa. Per cui tacciatemi pure di incoerenza, ma volevo rendere l’idea di un disco in cui proprio tutto quello che vi aspettavate dopo aver letto le note biografiche e la cartella stampa, al primo ascolto si volatilizza e lascia soltanto una leggera puzza stantia attorno a voi. Ladies and gentleman ecco a voi Adam Franklin, chitarra e penna degli Swerdriver, band inglese degli anni ’90, nonchè intestatario col batterista degli Interpol Sam Fogarino (addirittura????) del progetto “The setting Suns”. Bene, sembravano esserci le premesse per un disco almeno interessante, ed invece devo arrivare alla traccia numero sette per ascoltare qualcosa di decente o che non mi irriti all’inverosimile. Niente contro le band e gli artisti derivativi in genere, ma qui si sfiora il plagio: sembra di ascoltare Elliott Smith, senza la sua voce e la sua ispirazione,ma tutto, dai suoni , al modo di cantare fino alla struttura delle canzoni ne rappresenta una brutta copia. Come delle mere cover prive di cuore e sostanza. Quando la cifra stilistica si discosta dal ragazzo di Portland, appunto alla traccia numero sette arriva un brano acustico molto godibile, però poi giri l’angolo e riprende tristemente la sequenza ai limiti del plagio che alla fine lascia non solo con l’amaro in bocca, ma anche abbastanza irritati. E certo non bastano un paio di pezzi buoni sul finir della scaletta risollevare le sorti di un disco di cui davvero nessuno potrebbe mai sentire il bisogno. Il problema della discografia odierna è che escono un sacco di album, e molti, tra cui questo, servono solo a fare numero. In pratica non servono. Caro Franklin, avrai pure le tue credenziali ma”…

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Similar Artist: Elliott Smith, Swervedriver
Rating:
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10. Walking In Heaven’s Foothills
11. Birdsong
12. Rain Return
13. Ramonesland
14. Silver Freight Train (Australia Only)