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Un disco nuovo per Goldie in questo 2008 non me lo aspettavo.
Vabbè che tra Portishead, Tricky e tra poco Bomb The Bass sembriamo tornati in pieni anni novanta, ma Goldie mi ha colto di sorpresa. Ok che l’anno scorso si era fatto vedere e sentire sotto mentite spoglie (Rufige Kru), ok che non ha mai smesso di condurre a testa alta la sua etichetta MetalHeadz, ok che la sua presenza in club e rave di tutto il mondo era pressochè assicurata sempre; ma un disco vero (non remix, non compilation) a nome Goldie mancava dal ’98 esattamente dieci anni fa, da “Saturnz Return”.

Ma il ritorno non è di quelli semplici: “Sine Tempus” sfrutta la rete come hanno fatto in tempi recenti Radiohead e Saul Williams e soprattutto rimanda sin dal titolo a quello che è il capolavoro di Goldie. Nel ’95 usciva “Timeless”, disco splendido all’epoca e perlomeno stupefacente tuttora nonostante i quasi tre lustri sulle spalle, grazie principalmente all’indimenticabile suite d’apertura omonima: ventuno minuti di estasi trascinante, tra paesaggi sonori avvolgenti, improvvise sfuriate ritmiche, sapore di strada e tradizione soul.
Se nei primi ascolti il nuovo lavoro sembra voler rifarsi spudoratamente a ‘sì tanta grazia passata col tempo acquista spessore, saltano fuori piccoli accorgimenti che lo rivalutano.

Già  l’iniziale “Letting Go” è un ottimo biglietto da visita: allo spirito black sempre presente nei lavori del nostro si aggiunge una tensione notevole, i breaks s’incastrano magnificamente e tra i suoni spingono timbriche sature non lontane da certo dubstep. Sempre al suono di Londra Sud si ricollega una “Say You Love Me” serratissima e dall’impatto fisico straordinario.
Certo quando si rallenta e si tende all’easy-listening (“Don’t Give In”, “Chances”, “Latin Skin”) Goldie si autocita un po’ troppo e, peggio ancora, cita i momenti più scarsi della sua opera prima e principale, quelli che oggi suonano più datati. Ma non succede spesso e tra sciabordate ritmiche, incontenibili esplosioni di bassi qua c’è di che sballarsi e ballare di brutto: “Something About You” è trita-funk notturno ed acido, “I Know Who I Am” e “Rhythm Killa” sono tanto irresistibili per i nostri muscoli quanto stimolanti per i nostri timpani. “Inside Your Soul” chiama a raccolta i dubsteppari più danzerecci (Benga, Distance) e regala loro una lezioncina niente male su come sfruttare riverberi e pattern senza mai allentare la presa sull’ascoltatore.

A quasi quindi anni dall’esordio Goldie sforna quindi un album di tutto rispetto: pur rimanendo coerente al suo stile non cade in autocompiacimenti e soluzioni già  sentite, riesce a suonare attuale e classico all’interno di un genere, la drum’n’bass, che egli stesso ha contribuito a forgiare ed a sdoganare. In ambito elettronico non sono tanti gli artisti che possono vantare lo stesso.

Goldie on Metal Headz

Sine Tempus [ Metal Headz – 2008 ] – BUY HERE
Similar Artist: Plug, Death Funk, Benga, Distance
Rating:
1. Don’t Give In
2. Letting Go
3. Say You Love Me
4. I Know Who I AM
5. Breakin Glass
6. Something About You
7. Rhythm Killa
8. Inside Your Soul
9. Never Still
10. Latin Skin
11. Invisible
12. Truez String
13. Chances