Notizia numero uno: è tornado il “‘Modfather’. Notizia numero due: il disco che ne è scaturito è una vera ed autentica bomba. Una deflagrazione Garage, un singulto rock, una spirale funk, una vertigine psichedelica e potrei continuare all’infinito. Sì, perchè non pago dell’aver sciorinato per settanta minuti e passa, folk pastorale nella migliore tradizione Traffic, mantra psichedelici e contemplazioni Northern Soul nel precedente, magnifico, “22 Dreams” di appena un anno e mezzo fa, Paul Weller si rimette in sella e decide che è ora che la nazione si svegli, molli facebook e decida di vivere nel mondo reale e non nelle illusioni del mondo virtuale di internet.

Sì, perchè siamo stanchi delle menzogne dei potenti della terra, di uno stipendio che non basta più, del ‘acquista consuma, crepa’ prediletto adagio del capitalismo spinto e forsennato e dei ritmi frenetici ed assordanti delle metropoli e delle menti umane ormai sotto il suo perverso giogo. “Wake Up the Nation” si dipana in appena 40 minuti e rotti e sedici quadri o meglio schegge impazzite che non fai in tempo a memorizzare che subito evaporano dal cavo uditivo ove erano prepotentemente entrate. Sono necessari difatti ascolti ripetuti per comprendere appieno l’operazione proposta, ma una volta saliti sulla giostra è impossibile scendere e se ne ha voglia ancora ed ancora.

I palpiti rock di “Moonshine”, quasi una continuazione arrabbiata di “Back in the USSR”, assaltano l’ascoltatore come non accadeva da anni. La furia garage della title track, l’iconoclastia quasi punk di “Fast Car Slow Traffic” richiamano addirittura il passato glorioso degli immensi Jam, difatti c’è il vecchio compagno d’armi Bruce Foxton ed il suo basso angolare e spigoloso che dettano il tempo in quest’ultima e nella furiosa, abbagliante, “She Speaks”. Ma non è tutto. C’è anche il florilegio di fiati celestiali, chitarre Wah Wah e ottoni da film blaxplotation della favolosa “Aim High”, l’odissea da iperspazio di “Andromeda” quasi una “Space Oddity” parte 2 ed addirittura poderosi pedali dancefloor (“Up The Dosage”), nonchè inquietanti excursus rumoristici in compagnia del fido Kevin Shields dei My Bloody Valentine (“7&3 is the Strikers Name).

Un disco da assaporare nota per nota, perdendosi tra chitarre, pedali, fiati, distorsioni, glockenspiel, mulinelli lisergici, organi hammond, testi al vetriolo, nonchè la consueta, splendida, calda, voce del “‘Modfather’, che migliora sempre di più col passare degli anni, come il buon vino. I Can’t Wait to get out there and play it to people, dice il buon Paul. E noi non vediamo l’ora di ascoltarlo e di vibrare con lui al prossimo show, sperando passi per queste lande quanto prima. La classe, come si suol dire, non è acqua.

Cover Album

Wake Up The Nation
[ Island – 2010 ]
Similar Artist: The Swell Season, Joanna Newsom, Josh Rouse
Rating:
1. Moonshine
2. Wake Up The Nation
3. No Tears To Cry
4. Fast Car / Slow Traffic
5. Andromeda
6. In Amsterdam
7. She Speaks
8. Find The Torch / Burn The Plans
9. Aim High
10. Trees
11. Grasp & Still Connect
12. Whatever Next
13. 7 & 3 Is The Striker’s Name
14. Up The Dosage
15. Pieces Of A Dream
16. Two Fat Ladies

PAUL WELLER su IndieForBunnies: