La dipartita di un producer ““ DJ Rashad – che stava riscrivendo i confini della musica elettronica non ha affatto smorzato la forza dirompente della mutazione sonora nata a Chicago.
In particolar modo l’Hyperdub di Steve Goodman punta forte sul genere, portando in tour la musica di Rashad e soci. Capita spesso di potersi ritrovare in una qualche capitale europea con Kode 9, DJ Spinn, Taso, Ikonika, Scratcha DVA ed altri artisti. Tutti influenzati reciprocamente ed in grado di sviluppare personalmente un suono particolare, l’unico realmente nuovo nel panorama della musica elettronica/house. Situazioni diverse e luoghi sparsi nel mondo entrano in contatto unendosi grazie ad una mentalità  simile, in grado di generare beat davvero alternativi. Prima di chiedersi come mai in Italia una piena ricezione non è ancora possibile, diventa necessario entrare meglio nel mondo del “footwork”.

Possiamo parlare di arte totale visto che il ballo, matrice primaria, si interseca con il suono senza trascurare gli altri eventuali sfoghi artistici. Con un po’ di buona volontà , sul web si trovano moltissimi video didance battlesnelle quali giovani ballerini, anche improvvisati, si sfidano in un ballo che fonde house, tiptap e breakdance. Sul versante musicale si assiste ad una trasfigurazione degli elementi house ed hip hop per ricercare una velocità  maggiore, senza perdere, anzi aumentando il numero di variazioni nel ritmo. La maggiore complessità  ritmica si coniuga ad una ricerca certosina ed il frenetico spezzarsi e ricostruirsi della musica si lega chiaramente all’evoluzione sociale della comunità  di Chicago. Il nuovo suono della Windy City ha il potere di far star bene, unisce e fa rifiorire un reale spazio underground in una città  che partorisce storicamente delle novità .

DJ Spinn, Taso, R.P Boo, Clent, Traxman, DJ Earl, DJ Manny e gli altri spingono avanti il footwork regalandoci questo nuovo modo di concepire la musica. Il genere è ormai giunto ad un livello superiore, diventando vero e proprio lifestyle.Qui la “filosofia” non è stata anticipata dalla moda, è avvenuto il contrario e solo ora un pizzico di glamour sta entrando a far parte del movimento.
Contrariamente al resto d’Europa in Italia non ha affatto sfondato e tolto qualche coraggioso festival, il Nodea Carpi, è difficile trovare serate a tema. Scontiamo un ritardo culturale che ci ha portato, ad esempio, a conoscere la dubstep quasi esclusivamente nella sua versione commercializzata. Il dato di fatto appena citato ha generato una certa confusione nella ricezione della musica elettronica.
La Hyperdub invece continua la sua azione divulgatrice e dopo un seguitissimo tour americano ha regalato una sorpresa a tutti i conoscitori della “teklife”, brand ormai mondiale che sta dietro alla crescita del footwork. “Next Life” è il nome di una compilation che contiene nuovo materiale della crew. I proventi delle vendite saranno donati alla famiglia di DJ Rashad, al figlio Chad.
Una nobile causa in cui tutti si sono impegnati, una scarica di ventidue brani che quasi ripropongono una nottata di sfide sul dancefloor. La forza di una comunità  legatissima sgorga in questo flusso di beat lanciati ed arrestati a folle velocità .
Il lavoro, le collaborazioni e tal collezione di suoni si va a mettere nella scia delle precedenti raccolte (Bangs & Works). Ovviamente con qualche fisiologica differenza.
La vecchia guarda e le nuove generazioni si intersecano. Ovviamente DJ Spinn& Taso stazionano qui ed aprono il disco con “BurnThatKush”, singolo sincopato destinato a rimanere nella testa degli ascoltatori. Una maggiore propensione melodica ““ senza perdere in velocità  e stile ““ è chiara in “Do ThisAgain”, pezzo con cui DJ Earl e DJ Taye dimostrano una certa grazia nell’uso dei samples. Una quasi sorpresa arriva da chi è considerato tra gli inventori del genere, Traxmanin “SitYa Self Down” è quasi minimale nella sua narcolessia capace di aprire nuovi confini per la Juke music. Sirr TMO segue anch’esso la strada della contaminazione, “Live in Chicago Subway” crea un circolo caldo tra drum machine e docili linee di synth. Il solito gigantesco RP Boolucida le radici del footwork per metterle in bella mostra, DJ Manny è meno lineare e “Harvey Ratchet” ci porta all’università  del sample (se esiste Scienze per la Pace, può esserci anche la facoltà  di Manny). “Wurkinn da Bass” e “8 Bit Shit” rientrano in un quadro che pur essendo classico è in evoluzione. DJ Paypal ““il nome disincentiva, ma sicuro vi ascoltate Jolly Mare dunque non fate gli schizzinosi ““ porta lateklife in North Carolina e Durbantra New York e Londra. La sua “I’m So” è una gemma aperta alle influenze britanniche. I puristi magari possono spaventarsi ma “Next Life” è un’istantanea perfetta dell’intero movimento, l’onda risulta praticamente inarrestabile e Chicago finalmente è riuscita ad aprirsi all’esterno. Non sono più i primi tempi di All I Do Is (SmokeTrees).
Si potrebbe continuare a parlare di come una sottocultura si inserisce lentamente in una sorta di mainstream. Il discorso, specialmente in Italia, è ancora prematuro: le Alpi paiono una barriera invalicabile per il footwork, ma un giorno anche noi ci accorgeremo di loro.
DJ Rashad ci manca ma ““ come ci ha detto DJ Spinn su Twitter – teklifeisstrongerthaneverall over the world! Rip King Rashad