Fresco fresco in questo tiepido inverno arriva anche l’esordio di (Nicola) Perina, cantautore già  noto per il suo recente passato in diverse formazioni in quel di Trento e provincia.

Chiuse le vecchie case, ritorna in pista con un album che potrebbe essere la partenza di qualcosa, invece è già  un arrivo perchè, mettendo in saccoccia l’esperienza fatta fino ad ora, si presenta con un signor disco, maturo (ma volutamente non troppo), ricco ed emozionante nel suo piacevole pop chitarristico. A volte leggero e scanzonato, a volte più riflessivo ed introverso. Equilibrio cercato e trovato.
Perina riesce in una manciata di canzoni (otto in tutto) ad imporsi grazie anche ad un bellissimo timbro vocale, peculiarità  che per un italiano è un vanto o meglio non è così scontata.
Il disco corre veloce con il giusto minutaggio (caratteristica che va tenuta in considerazione quando si chiude un LP): doppietta top melodica subito all’inizio con “Contraccolpo” e ” Conviene” (ottimo singolo), “Innegabile bravura” è una ballad agrodolce che profuma del brit dei tempi d’oro, “Predica” è lo-fi pop (quasi alla Strokes a tratti) con voce modernamente distortissima, “Midnight talk” è pop futuristico.

“Seiventisette” è un piccolo disco da cercare, come quando si cercava l’oro nel fiume. Produce Cabezon, colorata e artigianale etichetta veronese. Mi tolgo il cappello anche per la copertina: deliziosa.

Ps: menzione d’onore anche per Glauco Gabrielli che collabora al disco (e ci mette anche la voce). Se la cava egregiamente anche in una dimensione comunque meno “sofferta” rispetto ai Vetrozero.