Max Bloom, cantante e chitarrista degli Yuck, segue le orme di Daniel Blumberg e regala a primavera ormai inoltrata un esordio in solitaria che non stupisce ma colpisce con un songwriting delicato e onesto. Nessuna sperimentazione, come Blumberg aveva fatto nel sorprendente “Minus”, ma un po’ di sano calore umano in bilico tra folk, pop e arrangiamenti orchestrali.

Dieci brani nati dopo la fine di una storia e quel profumo familiare ormai perduto aleggia convinto tra le note e il falsetto sconsolato di Bloom, che con dolcezza s’interroga sugli errori fatti e quelli da non fare più. L’inizio è quasi à  la Beatles con una “To Be Alone” che scalda l’anima e culmina in un ritornello (“How does it feel to be lonely?“) fin troppo attuale.

Si scopre cantautore e artigiano Max Bloom, soprattutto nella quiete apparente di “Cold Hard Light” o “Perfume” e nella tranquilla melodia del primo singolo “Call Me When It’s Over” con la batteria suonata da Craig Brown. Diversi l’umore e il suono del terzo singolo “Thinking ‘Bout You”, che inganna con un approccio quasi funk per poi scivolare in un pop deliziosamente sfaccettato ripreso anche in “Forever Now”.

Lavora di fino Bloom, lasciando spesso che a emergere sia la struttura essenziale di brani nati nella casa dei genitori, in cui il nostro suona quasi tutti gli strumenti trovando a volte e quasi per caso un pizzico di cattiveria tra la malinconia imperante che si arrampica sulla chitarra di “Bottle” e fa il solletico in “It’s Alright” o nella variegata “Happy Alone – Into Eternity”. “Will It Last A Lifetime?” è una domanda retorica: no, non durerà  così tanto e Max Bloom lo sa perfettamente eppure si sofferma a ricordare toast bruciati e vestiti impossibili da gettare.

L’esplosività  degli Yuck è lontana per il momento, presente forse solo in “Cancelling Our Shows” singolo non presente nell’album ma uscito a marzo in piena emergenza coronavirus. C’è molto del Bloom privato nelle emozioni nude e disarmate di “Perfume”, perfetto decalogo di sopravvivenza per cuori spezzati o in quarantena determinati a non piangersi addosso (non troppo almeno).

Credit foto: Jacob Perlmutter