Vundabar. Wonderful per l’altra evoluzione della lingua anglosassone. Brandon Hagen e Drew McDonald si conoscono dai tempi del liceo, sono di Boston e prima di questo “Either Light” avevano già pubblicato tre album, il primo, “Antics”, risale al 2013. Per questa ultima fatica ai due ragazzotti della città dei Celtics si sono uniti Zack Abramo (già membro della band in passato) e Emily Massey degli Slow Pulp (backing vocals).
Per la prima volta la band ha registrato un album avvalendosi di un produttore, Patrick Hyland, già al lavoro con Mitski, che ha portato un deciso miglioramento dei suoni e spronato l’utilizzo di strumenti atipici se si considerano i loro i precedenti lavori, come sequencer, vibrafoni, synth e drum machines.
Vibrafono che possiamo ascoltare nel loro primo singolo “Burned Off”, un brano molto orecchiabile (come del resto tutto l’album) che “esplora quel momento surreale e talvolta inspiegabile di cambiamento interiore, il sollevamento della nebbia e il modo in cui il nostro stato interno informa la nostra esperienza esterna” per usare le parole di Hagen.
Un po’ il filo conduttore dell’album che è stato scritto proprio in un periodo di cambiamento, l’uscita da un periodo di pesantezza, legato a malattie, conflittualità e angosce per trovarsi in un mondo leggero e privo di contrasti.
Quest’aria frizzante si respira in un album ben prodotto, la band di Boston può essere soddisfatta del lavoro fatto in studio: l’esperienza di un produttore può dare quel tocco di qualità che davvero non guasta.
Vedremo se il ritornello di ” Jester”
“But I heard what you’re singing
Is the song of the season
Yeah, I heard what you’re singing
Is the song of the season
Yeah”
porterà fortuna a questo gruppo che ha già saputo costruirsi in patria una solida base di affezionati ma che meriterebbe una platea ben più ampia.
Image Credit: Pond-Creative