Scelgono la copertina che più vintage non si può i Field Mouse per un album registrato negli ultimi dodici mesi passati senza potersi esibire dal vivo, provare o incontrarsi di persona. Difficile mantenere un rapporto col pubblico in queste condizioni ma Rachel Browne, Andrew Futral, Joe D’Agostino e Charlotte Anne Dole fanno del loro meglio e cercano di divertirsi recuperando dal loro archivio personale undici cover riviste e corrette.

Quasi tutte hit, brani che ci piacevano o che siamo stati costretti ad ascoltare troppo mentre andavamo al liceo come loro stessi li definiscono, senza badare a differenze musicali e stilistiche che scompaiono presto dopo la cura Field Mouse. Capita così di trovare fianco a fianco Eels e Interpol, Nada Surf e Dave Matthews Band, The Lemonheads rallentati, quasi shoegaze e Sparklehorse lo ““ fi con l’immancabile “1979” degli Smashing Pumpkins in posizione strategica.

La voce dolce e melodica di Rachel Browne fa il resto, vero filo rosso che unisce rabbia e malinconia in un disco che al netto dei pezzi più dichiaratamente romantici e iper sentimentali (“Found Out About You” dei Gin Blossoms qui sorprendentemente grintosa e “Name” dei Goo Goo Dolls comunque meno prevedibile di una “Slide” o “Iris”) colpisce nel finale con “When You Sleep” dei My Bloody Valentine e “Losing A Whole Year” dei Third Eye Blind, particolarmente adatta al momento di chiusura che stiamo vivendo.

“Memory Card” non è una playlist ma somiglia a una cassettina C90 piena di note conosciute con vestiti nuovi e decisamente accattivanti (“PDA” tagliente e tenebrosa ad esempio o l’intensa “Amateur”) che mettono in mostra i mille lati musicali dei Field Mouse senza stonare nemmeno un po’.