Tempo fa lessi di uno studio inglese che rilevava una nuova micro-generazione definita “xillennial”. Era una generazione individuata nei nati tra il 1976 ed il 1983 che si incastonava esattamente tra la generazione x e la millennial.

Erano i ragazzi e le ragazze che avevano visto il telefono a gettoni e contemporaneamente l’utilizzo comune in giovane età  del telefono cellulare. La vita un attimo prima dell’esplosione di internet nella realtà  quotidiana. Una generazione in tempi di passaggio considerata essa stessa transitoria, tanto da essere dimenticata.

La generazione (ci prendiamo comunque qualche anno in più agli estremi del range prima indicato) dimenticata davanti alla tv. Quei giovani che potremmo definire “vhs addicted”, quando internet non esisteva e la serialità  veniva proposta solo attraverso la ripetizione della visione di perle culturali cinematografiche di quegli anni.

Il tasto rewind era la porta di accesso alla seconda puntata, il papà  poverissimo del tasto dell’odierno download.
Una reiterata visione dei medesimi film che ha portato la generazione dimenticata ad imporsi contro qualsiasi pronostico pronunciato da un adulto di quel decennio (uno stereotipo da formulare nella vostra mente potrebbe essere ben rappresentato dagli adulti di “E.T.”).

Oggi quella generazione domina il cinema rigettando sul grande schermo tutte le conoscenze rivisitate di anni e anni di visioni ripetute a tutte le ore della giornata. Oggi quella generazione ci regala i nuovi seguiti di “Blade Runner”, “Top Gun” e finalmente “Ghostbusters”.

Oggi quella generazione va al cinema a vedere “Ghostbuster Legacy” ed omaggiare se stessa.