Riaffacciarsi al mondo dopo circa un decennio e sorprendere il firmamento musicale con un disco pieno di gemme shoegaze – oltre che dream-pop, naturalmente – del tutto in linea (se non qualche spanna più su) rispetto a quella che è la proposta sonora del 2024. A questo punto, considerata la bontà del nuovo progetto, immaginiamo che i The Fauns della sempre iconica Alison Garner siano tornati per restare.

Credit: Roberto Vivancos

Già. Perchè “How Lost” – questo il titolo della nuova fatica della band di Bristol – è una sorta di viaggio intorno al sole ed al sound di fine anni Ottanta-albori dei Novanta, intrapreso dai Nostri con coraggio ed una sorta di visionaria consapevolezza. Siamo dalle parti dei Cocteau Twins più sperimentali, tanto per intenderci. “Mixtape Days”, il brano che apre le danze, mette subito le cose in chiaro: c’è una grossa, enorme differenza fra la darkwave più dozzinale e quella oltremodo superlativa proposta dai Fauns. Ed il tanto discusso drumming proposto da Guy Rhys-Davies, ne siamo certi, sarà la cosa più cool che ascolterete in questo primo trimestre del 2024.

Prendete un pezzo come la traccia numero sette, “Modified”: vi accorgerete, in un battibaleno, che modernità e solennità classica possono incontrarsi come nuvole di cemento in un cielo pezzato di note dal forte retrogusto etereo, ma solide, solidissime, come il materiale di cui sopra, per l’appunto. “Dark Discotheque”, invece, è un tuffo nell’oceano melanconico della Camden più cupa e crepuscolare degli Eighties. Pur denotando, in maniera piuttosto scintillante, un’incisività regale che la rende una delle tracce-” highlights” del disco.

Va anche sottolineato l’ottimo apporto offerto in fase di produzione da Will Slater, deus ex machina di parecchie colonne sonore (“The Green Planet”, “Missile From The East”) sparse per il mondo e sulle piattaforme di streaming, che nel 2019 è salito in corsa sulla locomotiva dei Fauns, trasformando alcune idee quasi perse sulle rotaie in delle canzoni vere e proprie dove riverberi, archi, mood elettronici hanno donato nuova linfa alla creatività di Alison e soci.

“How Lost”, in pratica, è una girata di spalle allo shoegaze più canonico. Come si può evincere palesemente da brani quali “Afterburner” e, soprattutto, “Doot Doot”. Storcerà il naso chi, probabilmente, si aspettava dai The Fauns un’opera simile all’ultimo album in studio, “Lights” (2013). L’intento della formazione anglosassone, però, era proprio quello di staccarsi dai primi due lavori per ritornare in pista con un progetto che avesse una vision originale o, comunque, fuori contesto rispetto alla “vita precedente” dei tre musicisti bristoliani.

Provando a tirare un pò le somme, dunque, possiamo affermare che quella di “How Lost” è un’aurea magica; il ritorno convincente di una band che – dopo un decennio – ha saputo reinventarsi in una chiave completamente inedita e per questo, dannatamente accattivante. E se l’appetito vien mangiando, chissà che i Nostri non si ripresentino al gran ballo delle “nuove uscite” in un quantitativo di tempo decisamente inferiore rispetto agli ultimi dieci anni.  

Sarebbe cosa buona e giusta.