Courtney Love da solista non aveva nulla da dire. Con le Hole, band per la quale la stella cometa rappresenta quasi simbolicamente la loro carriera, che le ha portate ad essere caricatura di sè stessa verso la fine, salta fuori a dodici anni di distanza per tentare di guadagnare un po’ di grana (e c’è un illuminante titolo ad attestarlo nella tracklist, ma cercatelo voi).

Perchè è questo l’unico motivo. La donna più odiata degli anni ’90 ha pochissimo da raccontare: non scrive musica difficile, nè musica nuova. Non scrive musica per giovani, nè per vecchi affezionati di questo tipo di rock. Non è neppure una ragazza carina come una decina d’anni fa. In generale è decaduta più o meno quanto il mito di tutte le band che ruotano attorno a questo progetto. Melissa Auf Der Maur, non inclusa in questa reunion, con un album nuovo poco promettente nonostante un ottimo singolo, Linda Perry delle scomparse 4 Non Blondes al co-writing e gli instancabili legami con Corgan che tenta di tenere uniti i cocci di una band storica, gli Smashing Pumpkins ovviamente, che ormai non hanno veramente più nulla di lontanamente interessante. E neppure di rock.

“Nobody’s Daughter” è un disco stanco, senza contenuti, assolutamente inutile. Di per sè conserva, tra le righe di questa specie di tragicomico diario-ritorno, un’anima trasgressiva che nonostante venga fuori da un personaggio la cui carica mediatica iniziale se n’è ormai andata con la fine delle elucubrazioni riguardo il suo eventuale coinvolgimento sulla scomparsa del marito, fa ancora sentire il suo impeto. Ma le pulsazioni vitali di quel fenomeno chiamato Hole è ormai esaurito e così i brani si riducono a piccoli sprazzi di distorsione e qualche azzeccato tentativo di screaming, così che i brani più interessanti non sono certo quelli che provano timidamente ad imitare i fasti dei primi due dischi (“Loser Dust” e “Skinny Little Bitch”, ad esempio, comunque orecchiabili, lotto di canzoni salvato poi in corner dalla migliore del disco, la potentissima e ruvidissima “How Dirty Girls Get Clean”), ma quelli più radiofonici che tenteranno di lanciare il disco nelle classifiche del mainstream rock. Trattasi della title-track, di “Someone Else’s Bed” e la lenta e quasi post-grunge “Letter To God”.

Non grandi pezzi, ma sicuramente sopra il livello medio del disco. Un elemento a vantaggio di questo lavoro è senz’altro quel senso di rabbia che Courtney ancora comunica, quella specie di sentimento di furia giovanile che non scompare mai e che fa sempre parlare di lei come una “bad girl”, impulsiva e sclerotica anche nella composizione. Ma l’assenza dei vecchi membri delle Hole si sente troppo a livello musicale, e anche se musicisti come Stuart Fisher e Shawn Dailey possono arginare la perdita non si arriverà  mai ai fasti della Auf Der Maur al basso.

Courtney Love dovrebbe trovare un modo migliore per rimanere a galla, perchè questa squallida reunion servirà  solo ai quattro folli che la sperano ancora tirar fuori le tette ai concerti. Per il resto non sembra per niente il grande ritorno di cui ha parlato nelle interviste. Personaggio fine a sè stesso, niente di più.

Cover Album

Nobody’s Daughter
[ Universal – 2010 ]
Similar Artist: Courtney Love, Patti Smith, Melissa Auf Der Maur
Rating:
1. Nobody’s Daughter
2. Skinny Little Bitch
3. Honey
4. Pacific Coast Highway
5. Samantha
6. Someone Else’s Bed
7. For Once In Your Life
8. Letter To God
9. Loser Dust
10. How Dirty Girls Get Clean
11. Never Go Hungry