Elf Power
S/T

Lo spirito del compianto Vic Chesnutt aleggia sugli Elf Power che doverosamente lo omaggiano a partire dalla dedica posta sul booklet.

Non sarebbe giusto, invece, nel caso del self-titled paragonarli al loro concittadino di Athens perchè gli Elf Power prendono altre direzioni, suonando più progressive nell’evoluzione melodica e meno psichedelici. Si tratta pur sempre di un buon power-pop ma con altri ingredienti, con alcuni rimandi folk e melodie rasserenanti, Rieger non cede all’ovvio e ogni brano va a segno.
L’ultimo degli Elf Power non è un album perfetto ma è equilibrato, diretto, ben articolato e non presenta punti morti. Si tratta di un lavoro unitario ma eterogeneo, concreto e ben studiato, un po’ monotono nella parte vocale ma entusiasmante e sorprendente.

Il brano d’apertura riporta a delle atmosfere anni sessanta ma già  con la splendida “Stranger In The Window” gli Elf Power abbandonano per un attimo la loro attitudine e intraprendono un viaggio a tutto tondo nell’universo rock, plasmandone coraggiosamente gli stilemi.
Non è un nuovo inizio nè una ripartenza ma semplicemente il collettivo di Athens continua un discorso lasciato in sospeso.

è un album maturo, non facile, fatto di mid-tempo e inserti elettronici, melodie di terra e d’amore. Solo un ascolto attento può restituire la bontà  di un lavoro onesto, che contempla la possibilità  di aprire un nuovo varco all’interno dell’indie-rock odierno avendo proprio come numi tutelari il già  menzionato Chesnutt, i Big Star e i Wilco.
Alcuni episodi sono degni di nota, come “Ghost of John”, dall’incedere post-new wave o la finale “Little Hand”, pastorale e idilliaca, flauto, chitarra e voce, sognante e gradevole, degna chiusura di un album rivelazione che, al tempo stesso, conferma la bravura e l’intraprendenza di un gruppo che crescerà  di disco in disco.

Dodici brani commoventi, epici e nostalgici. La giusta dedica ad un grande artista che non sarà  mai dimenticato.

Ascolta “Stranger In The Window”