Per gli hipster e assimilabili, i Metric costellano quella galassia di musica made in Canada che per un buon biennio a metà  ’00 si citava parecchio nei discorsetti da intenditori. Come disse Feist in quel periodo, ad un certo punto, eri canadese e sorprendentemente non eri più sfigato. Per un popolo immerso nel complesso d’inferiorità  cosmico verso gli Stati Uniti, fu un traguardo da vertigine fatto di torbidi scambi di coppia: Amy Millan degli Stars ad alternarsi con Feist e/o Emily Haines sul lato femminile delle voci dei Broken Social Scene. Di Feist si sa tutto, mentre Emily Haines è corpo (minuto), sensualità  e voce dei Metric.

Di tutto l’ambaradam di cui sopra, proprio i Metric sono quelli che hanno fatto le scelte sonore meno cerebrali ma, paradossalmente, sono gli unici (o quasi) ad aver profondamente voluto un’etichetta propria ed indipendente, la Metric Music International, riuscita nell’ammirevole impresa di portare “Fantasies”, album del 2008, nella top 20 di Billboard così come “Youth without Youth”, primo singolo di questo nuovo “Synthetica”, al #1 in Canada.
Ammirevole perchè a conoscerli e ad ascoltarli bene i Metric, si riconosce al volo l’artigianalità  della loro musica, la fiera profusione di sforzi per conquistare ogni centimetro della loro ormai decennale carriera.

Nei dischi dei Metric, e soprattutto in questo “Synthetica”, non c’è la grandeur corale degli Arcade Fire, nè la schizofrenia sonica dei Broken Social Scene e neanche il dream pop degli Stars. Piuttosto sono un po’ di tutti questi o meglio, hanno interpretato diversamente intuizioni musicali di ciascuno di questi commilitoni canadesi. Meno cerebrali e piu’ teen-punk, meno grezzi e piu’ patinati, i Metric tirano fuori un altro disco buono, ma non ai livelli dei due antesignani: da queste parti ci sono i versi lisci lisci di “Speed the Collapse”, che fa ancheggiare sul contro-tempo di batteria. C’è “Breathing Underwater”: un inizio come mille altre canzoni pop, ma con quella gattamorta di Emily Haines capace di rigirartela, sospirare e alludere così tanto, che tempo una strofa, sei già  prigioniero del ritornello. In questo potere sensuale, c’è la più prepotente suggestione di reincarnazione di blondiana memoria, più forte anche delle ardite minigonne di Miss Haines. E se non bastasse questa associazione giornalistica di femmine rock, segno più tangibile dell’effettiva consacrazione silente del quartetto è la collaborazione effettiva con Lou Reed, riconoscibilissimo e strascicatissimo nel cameo di “The Wanderlust”.

Le buone intenzioni ci sono tutte, eppure, colpa forse della sofisticazione a tutti i costi, rimane il senso di nostalgico disappunto al paragone verso alcuni pezzi che dei Metric hanno fatto la storia: della godereccia “Gimme Sympathy” o della genuinità  riot di “Combat Baby” in questo disco purtroppo sopravvive poco.

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Synthetica
[ Mom & Pop – 2012]
Similar Artist: Stars, Broken Social Scene, Rilo Kiley
Rating:
1. Artificial Nocturne
2. Youth Without Youth
3. Speed The Collapse
4. Breathing Underwater
5. Dreams So Real
6. Lost Kitten
7. The Void
8. Synthetica
9. Clone
10. The Wanderlust
11. Nothing But Time

Ascolta “Synthetica”