I’ve said that playing the blues is like having to be black twice. Stevie Ray Vaughan missed on both counts, but I never noticed.
Il caro B. B. King aveva ragione. Per fare del buon blues ci vuole passione, anima, e capacità  di andare oltre gli schemi, schemi che il blues stesso ha dettato nel corso dei decenni.

Il blues ha ancora così tanto da dirci, pertanto non stupisce come tutt’oggi ci siano gruppi in grado di riviverlo e re-interpretarlo, soprattutto calcando palchi più o meno grandi. E di palco piccolo si parla oggi con i Bud Spencer Blues Explosion, che con “Do it Yourself – Nel giorno del Signore” ci proiettano in una dimensione live del tutto nuova. Siamo in una stanza minuscola di   Studionero a Roma, Viterbini & Petulicchio snocciolano un brano dopo l’altro davanti ad un pubblico stipato tra lampadine penzolanti. Le tracce acustiche sono pervase di quella nostalgia tipica delle vecchie ballate blues (tra cui diverse cover). C’è il gospel blues di “Dark was the Night”, scritta da Blind Willie Johson e registrata nel 1927, seguito da toni dolci e accennati di “Mi addormenterò”. L’atmosfera si riscalda con una reinterpretazione di “Jesus is on the Mainline”   originaria di Ryland Peter Cooder, genio dello slide di Knopfler e padrino del root e blues. Ottimo anche il banjo di “Over the Waterfall”, la cui storia fu raccontata per la prima volta dalla Lonesome Dog String band. Le tracce elettriche si sporcano di tonalità  garage, quando la chitarra di Adriano apre le danze con arpeggi elettrici dal retrogusto denso e caramelloso, testi quasi sussurrati nel rivebero (“Special Rider Blues”), per poi lanciarsi in assoli grezzi e  infuocati degni delle ultime fatiche di zio Jack White (“Più del minimo”). Cesare, completamente fradicio a metà  della sessione, aggiunge quel tocco di garage rock roboante che mancava (“Frigido”), mentre la chitarra si perde nel rivebero, fino a consumarsi nella cover di “Vodoo Child” – da pelle d’oca.

Due set da far trattenere il fiato, in due esperienze contrapposte che si completano in una immersione blues a 360 gradi. Per rivivere i grandi pezzi del passato e godersi le re-interpretazioni del presente. Per chi i BSBE li ha già  visti dal vivo, e non può fare a meno della loro musica, e per chi ha bisogno di un incentivo per goderseli in prima fila.