Chissà  da quale universo vengono, in che galassia vivono gli Unknown Mortal Orchestra. Il genietto, deus ex-machina e principale compositore Ruban Nielson all’opera con il contributo di Jake Portrait e Greg Rogove: un trio passato dal nulla alla notorietà  in un paio d’anni e che al contrario di molte meteore musical-popolari è qui per restare. Ascoltando “II”, seconda fatica dopo quell’ “Unknown Mortal Orchestra” che li ha fatti conoscere e amare, sembra di essere capitati in “Alice Nel Paese Delle Meraviglie” di Lewis Carroll. Tra Cappellai Matti, Bianconigli, Brucaliffi, Stregatti e dolcetti che fanno crescere o rimpicciolire.

Gettano la maschera gli Unknown Mortal Orchestra, lo fanno fin dalle note di quella chitarra acustica dal gusto folk che apre “From The Sun”. Abbandonate le atmosfere super elettriche e in odor di primi MGMT sperimentate nel disco d’esordio, rivelano di essere cresciuti a pane, Captain Beefheart e Beatles più acidi e obliqui. Di aver imparato, e bene, la lezione impartita da Brian Wilson e da quella “testa molto irregolare” che era Syd Barrett. Impossibile non sentire l’ascendente di entrambi in ogni canzone, in ogni passaggio melodico di “II”. Un album pieno di piccole grandi gemme di pop e rock psichedelico, ma con una calda e nemmeno troppo nascosta anima soul e R&B. Canzoni che ti colpiscono a tradimento, in cui Nielson conferma il suo grande talento di songwriter abile nel distillare emozioni cristalline, delicate e un po’ pazze. Come se vedesse il mondo attraverso uno specchio deformante da luna park, se raccontasse una realtà  familiare ma in qualche modo distorta e per questo ancora più affascinante. Una dimensione parallela dove tutto è sottosopra, può succedere qualsiasi cosa, nulla è scontato e niente è mai come appare.

Più personale e ricco d’influenze del predecessore,”II” è un disco in cui è bello immergersi: si scoprono sempre nuove sfumature, angolazioni diverse, interpretazioni diverse. Senza mai annoiarsi o avere la sensazione di star perdendo tempo. Gemello perfetto di “Lonerism” dei Tame Impala capitanati da quell’altro talento in erba di Kevin Parker e ottimo anche da affiancare all’ultima, altrettanto originale trovata dei Foxygen (chiamata non a caso “We Are The 21st Century Ambassadors Of Peace & Magic”), rischia di diventare in fretta qualcosa di cui non si può più fare a meno. Attenzione però: non nuoce alla salute ma crea dipendenza, meglio saperlo subito e prepararsi a una terapia d’urto di ascolti plurimi e continuati.

II
[  Jagjaguwar – 2013 ]
Similar Artist:  Syd Barrett, Tame Impala, Captain Beefheart, Brian Wilson, Foxygen
Rating:
1. From The Sun
2. Swim And Sleep (Like A Shark)
3. So Good At Being In Trouble
4. One At A Time
5. Opposite Of Afternoon
6. No Need For A Leader
7. Monki
8. Dawn
9. Faded In The Morning
10. Secret Xtians

Photo Credit: Neil Krug