Non riesco a nascondere il mio imbarazzo nei confronti di chi legge. Certi dischi non so spiegarli, troppo facile liquidarli “tecnicamente” come folk pop ben fatto. Il problema è questo: perchè il disco dei Moscaburro è meglio di tanti altri sullo stesso genere? Io non lo so, sono domande che da ascoltatore non mi faccio e non voglio farmi, è forse una questione empatica, di pancia, come un piccolo colpo di fulmine. So solo che una volta che ho infilato il disco nel lettore (perchè sì, esiste ancora chi ti manda i dischi fisici fatti e finiti al posto degli mp3), mi venuta un’insana voglia di correre su un prato con un sorriso ebete a rincorrere una libellula fino allo sfinimento per poi riposare all’ombra di una quercia secolare al riparo dai caldi raggi di sole. Lo so, un’idiozia, ma è tanta la grazia e la delicatezza di questi solchi che viene istintivo aggrapparsi alla parte meno razionale e più luminosa di noi stessi.

” Bread-And-Butter-Flies” è il primo lavoro della band altoatesina, già  attiva dal 2003 e raccoglie compiutamente l’esperienza di tutti questi anni. Quello che potremmo definire banalmente “il disco di una vita” che prende vita sotto forma di dieci brani perfetti, tra ballate romantiche e caramelle pop che non rovinano il lavoro del vostro dentista con eccessi di zucchero. Ad impreziosire il tutto un’alternanza di voce maschile e femminile e la presenza discreta degli archi di tanto in tanto. Non so quante volte mi sia capitato di ascoltare cose del genere, da Iron & Wine, Decemberists o cantautrici come Laura Marling o Lisa Hannigan, però non riesco a fare a meno di inciampare quasi quotidianamente in queste canzoni. La semolice verità  è che è un disco che non ha bisogno di nessuna domanda o interpretazione filologica.

Bread-And-Butter-Flies
[ autoprodotto – 2013 ]
Genere: Folk
Rating:
1. Ticket For Your Love
2. A Sonnet
3. Wandering (Lonely As A Cloud)
4. Scattered Traces
5. Juniper And Anice
6. Spinning jenny
7. Eveline
8. Wien
9. October’s Rain
10. Scent