Da anni la ricerca ““ nelle astanterie dell’industrial rock – si svolge in una sola direzione, abbassare le accordature e utilizzare amplificatori più potenti. La vera guerra ora è risultare più muscolosi e agguerriti riuscendo – più o meno ““ a circostanziare il suono con un contesto che sia davvero meritevole, innestando melodie e stati emozionali in ascensione.

Nulla che vada bene, niente che quadri, mai che sia un minimo di autocompiacimento o chissà  un vivere al di la delle combinazioni effimere di questa esistenza, di questo globo vuoto in preda alle allucinazioni delle convenienze materiali. Gli abruzzesi Laika Vendetta non ci stanno a questo gioco, lo ribadiscono, lo stigmatizzano e lo urlano in questo nuovo “Elefanti in fuga”, dieci tracciati fustigati, dai confini distorti che disegnano indielogie e pressing emo-hard in un continuo running stilistico dai contorni spiazzanti, funzionali nelle consapevolezze di un disco che scava dentro.

Ministri e Teatro degli Orrori come santità  ispiratrici e planimetrie soniche temporali come palese conferma di un sound concitato ed ebbro di bellezza ruvida, forse sognatori di un di una dimensione assoluta di fasi e controfasi esistenziali oppure eroi di una dimessa e opaca proiezione rock dai grandi bagliori sinceri, fatto sta che i Laika Vendetta generano un pathos oltranzista, un carico di watt e poesia out che pervade, invade e apre il sentimento di chi si mette ad intercettarli con l’orecchio, con il risultato positivo di avere a che fare con un sogno increspato ed energetico senza dubbi.

Anche ondate di post-rock ad illuminare di grigio “Inverno estate”, “Samsara”, “Kali allo specchio”, tutto liberamente ispirato dalle pulsioni ““ di base malinconica ““ che crescono nel corpo sudato di questo bel disco sul quale basta un solo giro ascolto per poter capire quanto impegno la band abbia fuso per l’architettura completa e per “fenomenizzare” questi alti istinti e tensioni profondi, poi una volta arrivati all’impatto con i tempi convulsi di “La sposa di fango”, le contorsioni elettriche mid-grunge “Labile” o l’abbordaggio selvatico di “Costruire sulle rotaie”, la profanazione totale della calma come stato di ricarica mentale e fisica, è totale.
Intenso, solido, notevole!

Elefanti In Fufa
[ Rossocorvo – 2014]
Genere: Rock
Rating:
1. HTRZ
2. Rhythm hope answers
3. Keepers
4. Dèdale
5. Blanck street
6. The city that disappears
7. Negative buildings
8. Traces
9. Citizen pain