“Circles” è un disco che parla di momenti simili in situazioni diverse, di barriere, di sabotaggi incoscienti ma in fin dei conti volontari, di strade lunghissime che riportano gli stessi checkpoint. Musica solare che si intreccia con testi lunari. Canzoni che per come sono pensate e rese, per come suonano e per quel che trasmettono, rasentano davvero la perfezione. Come un cerchio.

“Circles”, terzo disco dei pavesi News For Lulu, inizia con una doppietta incredibile, di quelle che fai nella finale di una competizione importante. “Into Nowhere” e “Springs Burns” sono due canzoni cariche di emozioni, dal contenuto elegante, sognante, malinconicamente arrangiate. Due numeri d’alta scuola, due cerchi perfetti. E diciamola tutta. Se inizi bene fai già  quattro passi avanti e ti ritrovi facilmente a raggiungere la vittoria.

Con questo super inizio mentre procede l’ascolto con “Follow and Run” inizi a realizzare un bel po’ di cose che man mano s’incontrano nel disco. L’ampio e benvoluto respiro internazionale già  avvertito a meraviglia nel precedente “You Know” (2011). “Circles”, registrato e mixato da Ben Brodin (Bright Eyes) in Nebraska , masterizzato a NY da un certo Joe Lambert, un signorotto che si è occupato di dischi di Animal Collective, The National e Deerhunter su tutti, presenta una rosa da champions per intenderci. E’ un disco fatto di intense pop-rock song con melodie brillanti, sempre riuscite mai banali arrangiate sontuosamente. Niente è lasciato al caso, tutto rientra in un grande cerchio che all’interno racchiude 12 cerchi pieni di luce. Flaming Lips, Genesis, Band of Horses, Eagles, The Shins, Roxy Music sono le bands che percepisci e perchè no Electric Light Orchestra e Ok Go di “Of the Blue Color of the Sky” in “Oh No”. I favolosi seventies alla quale nessuno può dire di no, nemmeno chi come me (e tanti altri) ancora doveva nascere. Noi ne sentiamo ancora gli eco, I News for Lulu ce li fanno rivivere nel loro splendore, così magnifici, lontani ma dentro di noi. La voce di Umberto Provenzani ricorda il Peter Gabriel ai tempi Genesis, il Wayne Coyne riflessivo che a volte incontriamo nei suoi Flaming Lips e il meraviglioso timbro di Ben Bridwell che da Seattle con i suoi Band of Horses ha tracciato e segnato la strada di un modo di intendere l’indie rock.

L’ascolto di “Circles” con le sue atmosfere cariche come un tramonto rosso di fine agosto è un viaggio a ritroso nei ricordi che ci segnano, nei momenti in cui ci sentiamo bloccati ma con la voglia di mischiare le carte in tavola. Perchè la strada che vediamo davanti è lunga e vuole solo essere percorsa. Consiglio percorretela ascoltando questo disco, è un alleato magnifico.