“Make It Better” è l’album d’esordio del gruppo mantovano a/lpaca uscito sia in vinile, che CD, che musicassetta e anche digitale. Da qualche anno  Christian Bindelli  alla voce e alla chitarra,  Andrea Verrastro  al basso,  Andrea Fantuzzi  alle tastiere e Andrea Sordi alla batteria bazzicano per festival e concerti in tutta Italia facendo conoscere il loro Beat in live ipnotici.

“Beat Club” è la prima canzone che dà  il via all’album e racchiude il loro suono, il loro manifesto. Parte così come si entrasse davvero in un club fatto per ballare, divertirsi e ascoltare musica. “Bring me to the city and right to the club“. Veloce e sperimentale un sound che si avvicina molto agli australiani King Gizzard and the Lizard Wizard, ma con un carattere tutto suo.

“Make It Better” singolo che dà  il nome all’album è molto catchy (per gli appassionati di psichedelia) il ritornello si impara al primo ascolto “this time make it better” perfetta da cantare sottopalco facendosi trasportare dalla melodia delle tastiere e dai suoni distorti alla David Lynch. “Inept” più tenebrosa ha un giro di basso molto potente e la voce si fa accompagnare in un trip vorticoso dalle tastiere indemoniate, un po’ punk.

“Hypnosis” straniante dal primo all’ultimo riff, un salto nel vuoto. “Slave Antenna Array” sembrerebbe quella più pop ma in realtà  si trasforma in un continuo ritornello fuori di testa. “Chameleon” ricorda l’elettronica tedesca, come se dei robot si fossero impossessati dei loro corpi e qui la ricerca del proprio Beat si percepisce, dalla sincronia tra tastiere, chitarra, basso e batteria. La voce fa da trascinatore e come incantati, siamo già  tutti a fare headbanging trasportati in un mondo parallelo. Si arriva a “I Am Kevin Ayers” un viaggio spaziale, un trip da non perdere.

Con “Citadel” si riprende la velocità  dell’inizio, catapultati in un irrefrenabile corsa in mezzo alla città . Si sperimentano buttando dentro tutta la loro energia, le tastiere impazziscono. Ultima canzone di questo energico album è “Lokomotiv” sette minuti e zerodue di psichedelia pura. Per qualche minuto è come se si perdesse la percezione del mondo circostante inglobati nel Beat degli a/lpaca. Molto suggestiva.

Questi mantovani sono proprio da tenere d’occhio molto da vicino, appena si potrà  magari ad un loro concerto e nel mentre riempiamoci le orecchie quest’ “intrippante” (termine più che adatto) nuovo album.

Foto di Bianca Maria Lecchini