Certe città  sono dei contenitori troppo grandi, mastodontici aggregati di parallelepipedi in cui perdersi. In cui perdere la propria identità . Minuscoli granelli di polvere in controluce. Un insieme di microcosmi e alienazione. Quando si arrendono alla notte, il loro profilo sembra rilassarsi. Se ne perdono i contorni e si accendoni milioni di luci. Viste da fuori sono esse stesse una perdita di identità . Impulsi intermittenti, contorni che sembrano accarezzare il cielo ed intersecare le nuvole. Sembrano gigantesche sale d’attesa in cui la gente preferisce non parlare, smarrendo il proprio sguardo in qualche angolo remoto di nulla.

Ispirato allo skyline di New York, “Games Have Roules” è il risultato della collaborazione fra Function (David Sumner) e Vatican Shadow (Dominick Fernow), in cui il taglio ambient del secondo prevale sulle soluzioni techno del primo. E’ un album oscuro, che abbisogna dei giusti incastri emotivi per essere apprezzato. Mi è capitato un ascolto immersivo in cuffia in un famoso negozio di dischi di Londra qualche settimana fa. Avevo appena incontrato il vero autunno a qualche migliaio di chilometri da casa e quelle atmosfere sembravano la perfetta colonna sonora per quello che i miei occhi avevano da poco incrociato alzando lo sguardo. Grattacieli divisi da finestre come una scacchiera, ad intermittenza di celle illuminate e al buio. L’alienazione delle grandi città , allargare lo sguardo oltre, come a giocare con le mappe di google. Sentirsi irrimediabilmente piccoli, insignificanti. E quell’aria fresca che filtrava nei miei vestiti e finalmente mi toccava la pelle.

In eterna ricerca delle stagioni perfette, ho incontrato questo lavoro nel momento e nel luogo più adatti. Sensazioni forti, distese e allo stesso tempo cariche di inquietudine come è successo l’anno scorso in estate con il disco dei Boards Of Canada, il nome sicuramente più vicino a queste soluzioni. A quanto pare, nell’ultimo terzo di questo 2014 ho trovato il disco di elettronica che mi mancava quasi irrimediabilmente. Quasi, perchè quasi niente è irreversibile. Anche la notte nelle grandi città  cede poi il passo alla luce.