Robert Alfons piace alle donne e agli uomini a cui piacciono altri uomini, a lui piacciono uomini e forse donne. Si è tagliato i capelli, è magrissimo, parla con un tono di voce normale nonostante il cantato più basso che acuto. Ha una maglia nera semi trasparente commissionata probabilmente da Malgioglio, è accompagnato non più da Maya Postepski, ma da Esther Munits e Anne Gauthier. Insomma questi TR/ST sono cambiati, non vi preoccupate gli ingredienti musicali rimangono pressochè inalterati. Martedì sera non può esserci il pienone al Locomotiv, e mica suonava Colapesce. Per chi lo segue dai primi singoli del 2011 – e dunque ha visto gonfiarsi e poi sgonfiarsi l’attenzione puntata sui TR/ST – fa sempre piacere immergersi in un suono anni ’80, arrangiato con sintetizzatori meno obsoleti. Le reazioni di chi è meno ferrato non sono immaginabili invece, le bolle mediatiche solo esplodono ogni mese praticamente. Il secondo disco “Joyland” non sarà  bello come il primo “TRST”, ma la situazione è ancora da seguire, monitorare e controllare. Tra le altre cose carnevale può regalare l’opportunità  di vestirsi in modo imbarazzante sfruttando l’occasione, quando invece l’abbigliamento ambiguo è la normalità .

E allora può partire la festa, sarà  in tono minore ma pur sempre festa è.
“Sulk” rimane goduria pura, sporcizia e synth stellari impegnati in un contorsionismo ben riuscito con la batteria elettronica. Ballare si balla, ma la sensazione di stordimento è pacata. Si poteva spingere di più sia sulla parte dance chè nell’altra scura, il mix ammaliante risulta meno diretto. L’ampiezza dei movimenti sul palco segue anch’essa il filo della musicale, Alfons è quasi calmo e un vapore caldo pervade il Locomotiv. “Bulbform” è la classica litania sghemba, fatta apposta per scatenare i sussulti più torbidi.

Basta comunque chiudere gli occhi, appesantiti dal vino e dal gin, per ritrovarsi catapultati in un vortice scuro ed irrorato da luci intermittenti. Lì dentro la lussuria domina, le lingue intrecciano la saliva e gli organi sessuali combaciano perfettamente.
Questa musica richiama pensieri sconci, qualsiasi essi siano per non essere tacciato di omofobia.
Se da qualche parte verrà  proposto lo strambo collegamento tra apatia e sesso non ridete, ascoltare le motivazioni ed in caso correggete invitando la persona ad un live dei TR/ST.

Riaccendere o no le luci non conta nulla, Alfons nelle sue contraddizioni è una certezza.