La quinta perla, è proprio il caso di dirlo, del talentuoso  singer-songwriter canadese Patrick Watson è un disco pericoloso e affascinante: ”Love Songs For Robots” rappresenta l’ennesimo atto di sperimentazione attraverso i confini labili del chamber-rock fino a raggiungere le suggestive immersioni melodiche in chiave psych-folk.

All’interno di    questa nuova scelta che punta a trasgredire quanto fatto in precedenza – seppure con cautela – vengono mostrati con sincerità  punti di forza e salti nel vuoto: ”Good Morning Mr. Wolf” come seconda track, magistralmente efficace nel mescolare stili differenti come in un viaggio lungo le montagne russe, propone decisi passaggi di chillout intrecciati a soffici pattern di pianoforte. Scelta ancora più intraprendente per ”Bollywood”, sorta di mistica R&B che s’incontra a più riprese con un indie orchestrale e lirico.

Una buona venatura solitaria di synth in ”In Circles” ne prolunga la dimensione nella successiva ”Turn Into the Noise”, dove il canto sussurrato nel delirio delle ghost notes  apre ad un’esperienza senza confini. Anche qui le sfumature R&B si fanno sentire, ma nel disco dei Patrick Watson non c’è ridondanza: ogni frame è un momento a sè stante, indipendente e intimamente legato, seducente. Un mosaico tecnologico, quello dei robots, coinvolgente e penetrante da prendere per le corna il jazz e filtrarlo attraverso un blues inedito.

Non sono da meno le radici folk di ”Alone In This World” sixties più che mai insieme a ”Know The You Know” chiude il disco in maniera autonoma con sei minuti decisamente rilevanti, mentre ”Places You Will Go” è più attenta a mantenere saldi i vecchi equilibri. Un disco che convince dall’inizio fino alla fine, riascoltabile e irrinunciabile per via delle sfumature intense che Patrick Watson ha osato compiere, ancora una volta. Riecheggia ”Adventures In Your Own Backyard” e tuttavia, senza sentirne la mancanza, le atmosfere richiamano un maggiore intimismo: dal passato emerge una struttura che viene costantemente levigata. E’ questa la caratteristica emergente di Patrick Watson e i suoi robots d’avventura.

Photo Credit: Alterna2, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons