La stampa specializzata Americana e non solo l’ha da tempo messa sotto “focus” per via della sua imprevedibilità  stilistica, quel vezzo anarchico di tagliare e fondere insieme stili, suoni e algebre distortamente poetiche in un sol corpo inafferrabile, da cogliere al volo e solo dopo un rodaggio d’ascolto di alcuni giri stereo.

La cantautrice yankee Margaret Glaspy debutta in grande con Emotion and Math, un disco appunto su cui scommettono in molti. Ha una voce vissuta e immediatamente inafferrabile, forte e ricca di indie pop con sfumature rock, la Morrisette in “Pins and needles”, “Situation”, “Memory street”, Ani DiFranco “Love like this”, “soul No matter who”, una malcelata Susan Vega “Anthony”, tracce che incrociano i giorni nostri con buoni ricordi di altre epoche musicali.

Dice di lei: Le mie canzoni cercano e lo fanno di esaminare piccole specifiche emozioni o situazioni o storie, sono canzoni intime e spiegazzate, come una conversazione tra me e me, praticamente come un alieno femmina mandata sulla Terra a raccogliere campioni di emozioni da fissare su disco, ed è così!. Tutto fila lisco all’ascolto di questo buon debutto, e l’artista ce lo raccomanda con la ballata svogliatamente bluesy che in chiusura d’album ribatte il suo forte e strano carattere legato a nessuno “Black is blue”. Gli alieni sono tra noi, menomale!

Credit Foto: Josh Goleman