E’ spesso stato l’amore il tema principale della poetica di Maximilian Hecker che, in questo suo nuovo album, riprende in parte il titolo dell’esordio (datato ormai 2001), solo che, all’epoca, le canzoni d’amore erano infinite, mentre in questo caso il titolo è più negativo, a  tal punto   da definirle “miserabili” e “infelici”. In questo caso non ci saranno amori facili e momenti da condividere con gioia, ma il punto di vista è più aspro e difficile, basato su amori che non funzionano e su quanto sia difficile stabilire rapporti se manca la fiducia o, peggio, se l’elemento che pervade tutto è il disagio e la difficoltà  di rapportarsi all’altro.

Che Maximilian Hecker abbia spesso cantato di situazioni tormentate non è comunque una novità , così come il fatto che la sua voce così dolce e sussurrata si sviluppi principalmente sulle note del piano. Questo per dire che “Wretched Love Songs” potrà  soddisfare i fan dell’artista tedesco, ma non farà  cambiare idea a chi lo accusa di una certa ripetitività  di fondo, album dopo album. C’è da dire che, in questo lavoro, troviamo sicuramente una ricerca personale e autobiografica più profonda, visto che emerge una condivisione con l’ascoltatore di una situazione molto gravosa per Maximilian, come la nascita della sorella disabile. Il senso di fragilità  e di minimalismo di molte composizioni trova un perchè proprio nella delicatezza e nell’intimità  dell’argomento. Non mancano ovviamente dei momenti in cui il nostro apre le porte a una strumentazione appena più corposa (con la sua voce che sembra prendere coraggio), come nella suggestiva “Paradise On Earth” (secondo singolo) o in “Xanax Child”: seppure tutto sia perfettamente conosciuto, la suggestione morbida e malinconica si fa subito strada dentro di noi, con estrema facilità .

Maximilian Hecker è così. Lo potremmo definire monotono, certo, eppure qualche momento da pelle d’oca riesce a procurarcelo, anche in questo album. Poco da fare.