di Augusto Orlandi

Sono passati appena due anni dall’ultima esibizione dei Neurosis in Italia, ma ogni volta il loro arrivo è un evento.

Al di là  del sempre gradito ritorno vale anche il fatto che, per la primissima volta, all’interno del loro mini tour europeo (già  avevano fatto un tour americano insieme), portano sul palco dello Zona Roveri Music Factory di Bologna anche i Converge, band storica che sempre di più, negli ultimi anni, è cresciuta musicalmente, diventando ormai un punto di riferimento per molti in ambito estremo.

Parliamo, insomma, di un evento di casa nostra dalla portata epocale.
Due vere icone, potenti, spirituali e ineffabili di questa ultima decade musicale.

Peccato che fin dall’inizio la sede che ha ospitato l’evento si sia dimostrata ostica, a tratti invivibile. Far suonare due band di questo calibro in un locale al chiuso, a metà  giugno è, di per sè, un grosso rischio (o una mezza follia) e noi, che un il rischio lo amiamo (e siamo pure un po’ folli), eravamo anche disposti al sacrificio, ma non immaginavamo sarebbe stato tale: non pensavamo certo di dovercela vedere con un altro migliaio di persone stipate lì, quando la capienza del locale ci pare nettamente inferiore.
Sta di fatto che almeno un centinaio di persone hanno dovuto assistere ai set dalla porta d’ entrata, perchè impossibile spingersi oltre per la ressa, ma soprattutto per la pesantezza dell’aria e la mancanza di ossigeno.

Ma passiamo alla musica. Salto i Deaf Kids non per disinteresse, ma perchè impegnato a superare la lunga fila all’ingresso.

I Converge, in tour per promuovere l’ultima fatica in studio “The Dusk in Us”, si presentano intorno alle 22. Lo spazio sul palco loro concesso è scarso, ma la band, malgrado non riesca ad esprimere fisicamente tutta la propria forza aggressiva, perchè costretta dall’intera strumentazione dei due set, regala una performance perfetta e devastante. Con la miscela di punk e metal-core, che scorre nel loro sangue, il quartetto coinvolge tutto il pubblico all’istante, invitandolo a interagire con la band, pogando, saltando ovunque e urlando. Ogni brano è un inno pronto a far esplodere in ciascuno dei presenti ogni tipo di emozione.
Brani come “‘A Single Tear’, “‘The Dusk in Us’, “‘Arkhipov Calm’, “‘Dark Horse’, “‘All We Love We Leave Behind’, “‘Aimless Arrow’ e “‘Concubine’, solo per citare alcune delle perle eseguite, accendono e infiammano gli spettatori. A metà  del concerto l’ossigeno evapora davanti a nostri occhi: gocce di sudore ed esalazioni di birra si incontrano in un melange maleodorante e fatale.
Ma il quartetto è come sempre strepitoso, presente col pubblico, suona e si diverte, lo show è uno scambio continuo di energie e quella che arriva a noi dai Converge ci fa rimanere in piedi in mezzo alla calca e al caldo, che mette a dura prova quasi tutti i fan.

Una cinquantina di minuti indemoniati, impossibile rimanere impassibili di fronte alla valanga di watt sprigionati dalla band e al coinvolgimento fisico del cantante Jacob Bannon, che, pur avendo ammorbidito la voce col passare del tempo, rimane un autentico animale da palcoscenico.

Eccezionali! è solo l’inizio e il pubblico è già  devastato. Non solo nei suoi appetiti musicali, diciamolo, ma anche nei bisogni fisiologici. Alla fine del primo set il caldo soffocante ha già  messo a dura prova il pubblico, qualcuno ha abbandonato esausto, per non soccombere alla mancanza di ventilazione (ventole presenti e funzionanti, giusto dirlo, ma incapaci di reggere l’urto di così tante persone) e più di un presente si lamenta per la durissima condizione a cui gli spettatori sono costretti.

A questo punto i Neurosis non avevano solo il compito di stupirci o deliziarci con il loro sound, ma quello di rinfrancare anche uno spirito che rischiava davvero di essere condizionato dalle dure condizioni fisiche. Ci sono riusciti, ma ciò non mi farà  dimenticare le “sofferenze” provate per questo live.

Arrivano sul palco verso le 23, pronti a donarci il loro personale rito di purificazione spirituale. La band più di tutte è riuscita a trasformare l’hardcore in un genere mistico, autentico e personale, rimanendo coerente ai principiche hanno caratterizzato la loro lunga e intensa carriera.
L’atmosfera attorno cambia all’istante, gli sguardi e le intenzioni del pubblico pure, è chiaro a tutti che d’ora in avanti resteremo piantati sulle nostre gambe, paralizzati, pregando che l’imminente inizio”…non abbia mai fine.

L’apocalisse “Neurotica” come medicina per il nostro spirito.
E ci siamo! La fine delle nostre “‘torture’ ha inizio con l’irrompere di “‘Given to the Rising’, ad aprire il set del quintetto di Oakland.
La band, in Europa per promuovere ancora l’album “‘Fire Within Fires’, è imponente da subito e i suoni (nonostante il contesto in cui si propagano) sono particolarmente buoni. La risposta del pubblico è uguale a tutte la volte ho avuto la fortuna di assistere a un loro concerto.
La parola “‘estasi’ è la più vicina alla Messa che stiamo celebrando.

I testi sacri che recitiamo hanno titoli come, “‘Bending Light’, A Shadow Memory’ e il sontuoso brano “‘Reach’ che chiude il nuovo album.
Passando da “‘Burn’ a “‘An Offering’, eseguono due brani tratti dal capolavoro discografico dal titolo “Times Of Grace”.
“‘End of the Harvest’ ma soprattutto “‘ The Last You’ll Know’, una chicca che mancava da parecchi anni dalle setlist dalla band, sono incandescenti come una vampata infernale che brucia dentro, ancora in cerca dell’ossigeno per sprigionare la sua energia nei pochi spazi liberi fra un corpo e l’altro, così da avvolgerci in un’unica fiammata umana.

Non siamo ancora all’Inferno, ma poco ci manca.

Il concerto si chiude con “‘Through Silver in Blood’, come da tradizione negli scorsi tour, quasi a ricordare che, malgrado il tempo sia passato, non ci sono scuse per mollare, per cambiare il modo di fare musica e di condividerla. Personalmente è sempre molto difficile descrivere non solo i set live di questa band, ma soprattutto le sensazioni che mi regala ogni volta e credo sia lo stesso per tutti i presenti.

Per quanto mi sia qui sforzato non accontentatevi di leggere dei concerti dei Neurosis sulle riviste o in rete, andate a vederli di persona, perchè bisogna viverli, sono esperienze uniche e quella di questa sera, pur con tutte le sue difficoltà : unica lo è stata anche stavolta, per merito dei Neurosis, ma anche rara, per l’abbinata con i Converge.