E’ il caso di mettere le cose in chiaro David Ian Jackson detto Joe, è un artista con la A maiuscola, di quelli che riescono a combinare qualità  tecnica e creatività  e che, nella sua lunga carriera, ha sempre messo in primo piano la sua volontà  di essere un musicista vero.

A me ha fatto sempre lo stesso effetto di artisti del calibro di Elvis Costello, anche se a volte distante dai miei gusti e attenzioni del momento, sempre degno di un rispettoso ascolto.

Joe Jackson ha iniziato la sua carriera verso la fine degli anni 70, in pieno post-punk, in quel breve periodo fino agli inizi degli anni 80 in cui il glorioso rock che aveva preceduto il punk, sembrava già  vecchio.

Il suo inizio fu totalmente immerso in questo preciso periodo storico, finendo con il realizzare nel 1979 un album post punk “Look Sharp!”, che gli regalò un successo immediato e grande popolarità  in UK e negli Stati Uniti.

Faranno seguito altri due album prima che Joe Jackson svegli la sua vera natura, dietro la maschera da rocker si nascondeva un musicista di elevatissimo valore, con una preparazione classica risultato di anni di studio di pianoforte e violino.

Inizia così una nuova carriera e il grande successo è immediato con “Night and Day” che nel 1982 gli dona la popolarità  mondiale.

Diventa popolare anche in Italia grazie a “Stepping Out”, brano portante di un album praticamente perfetto tra Cole Porter e le urgenze elettro pop dell’epoca.

A distanza di tanti anni, e dopo tantissimi lavori dove ha esplorato e sperimentato innumerevoli stili musicali, dallo swing al blues, al jazz, spesso contaminando i generi, Joe Jackson torna con un nuovo album dimostrando che la sua vena creativa non si è ancora esaurita.

“Fool”, il suo ventesimo album, è un ritorno ad un pop rock raffinato nel quale con la sua voce assolutamente unica e riconoscibile, sembra in una certa maniera rievocare l’atmosfera del suo più celebrato lavoro “Night and Day”.

L’album è composto da 8 canzoni e si apre con “Big Black Cloud”, perfetta linea melodica su un pianoforte in evidenza e un testo che è una critica allo stile di vita moderno “.. no luck  no money no sex no fun, get the treadwill and run run run”…”, prosegue con ” Fabulously   Absolute”, con chitarra e batteria in primo piano.

Tra i brani da citare sicuramente “Dave”, che ricorda molto i suoi primi lavori dopo la sbornia post punk, con un testo amaro se letto nella prospettiva sia di Dave che dell’artista, “Fool” il brano più bizzarro dell’intero album , e non poteva essere altrimenti, singolare sia per la costruzione ritmica che per l’utilizzo del sitar.

Se in questi anni vi siete scordati di Joe Jackson o non lo avete mai ascoltato con attenzione, questa è l’occasione per riscoprire un artista vero, un sofisticato compositore che, a distanza di tanti anni dal suo esordio, ancora riesce a stupire.