Non mollano gli irlandesi Therapy? e anzi, dopo tanti anni e una lunga discografia, dimostrano che la passione e la vitalità  (loro marchio di fabbrica) sono ancora solide e intense.

Non ho assistito a molti concerti in questo 2019, ma tutte le serate a cui ho partecipato fino ad ora mi hanno dato grosse soddisfazioni. Il concerto padovano (non ero mai stato in questo Hall e devo dire che mi ha piacevolmente colpito nel suo essere scarno ed essenziale) rientra in questa categoria di “godimento”, complici proprio i Therapy?, che avevo già  visto molte volte in passato, ma, che, questa volta, hanno piazzato un concerto davvero memorabile, forse il migliore a cui abbia mai assistito, tra le loro perfomance.

Quando, chiacchierando, si parla della band di Andy e soci la risposta, spesso è: “Ma sono ancora in giro?“. Si, perchè sempre più i Therapy? paiono davvero quella band che viene seguita dai “nostalgici” degli anni ’90, quelli che li hanno conosciuti per album storici come “Troublegum” e “Infernal Love” (comperati all’epoca, ovviamente) e che, purtroppo, le nuove generazioni non considerano, magari perchè ormai passati o “vecchiotti” (mi si passi il termine). Cazzo, niente di più sbagliato. I Therapy? dimostrano di avere cuore e polmoni che vanno ancora a mille, così come intelligenza e tatto musicale sopra la media: molti giovanotti che fanno hard-rock dovrebbero imparare tantissimo da simili veterani e molti ragazzi dovrebbero accostarsi alla musica degli irlandesi senza lasciarsi spaventare dalla lunga discografia. I presenti stasera confermano la mia tesi: età  media alta e pubblico composto da chi a 20 anni si era preso “Troublegum” e ora si trova qui, più di 20 anni dopo e vuole rivedere e risentire questi eroi, magari con una setlist che vada a pescare il più possibile dal passato. I Therapy? sono tutt’altro che presuntuosi, lo sanno benissimo e regalano ai presenti 25 brani che vanno a prendere, per lo più, proprio dagli anni e dai dischi d’oro. E’ quello che la gente e vuole e viene ripagata a dovere.

“Wreck it Like Beckett” apre le danze alle 22 circa e mette in luce sopratutto distorsioni e chitarre rabbiose, classico degli irlandesi, mentre l’altro marchio di fabbrica (il groove ritmico pazzesco) è garantito dai classici del passato anche remoto della band: pezzi che fanno ancora la loro sporca figura, anche grazie a un Neil Cooper (era il suo compleanno!) che alla batteria sa davvero il fatto suo!

Andy Cairns non ha perso il suo sguardo luciferino e Michael McKeegan (“Evil Priest”!!) inzia a girare vorticosamente su sè stesso: ci siamo. La band ha voglia di suonare, si diverte, interagisce con i presenti e chiede il loro sostegno e la gente è ben disposta. Spazzano via tutto i brani di “Troublegum”, con una “Screamager” su tutti. “Isolation” (e vogliamo parlare dell’esecuzione da brividi di “Diane”?) da la pelle d’oca per l’intensità  messa in campo, ma le nuove canzoni non sfigurano affatto il confronto, anzi, un pezzo come “Kakistocracy” ha un tiro che sembra quasi di vedere i Biohazard. Andy ringrazia tantissimo i presenti, si dispiace di non sapere l’italiano, ma ci tiene tantissimo a trasmettere calore ed empatia. Prima di “Nowhere” parte addirittura una cover di “Breaking the Law” dei Judas Priest e poi ecco “Knives” a scatenare il delirio.

Esco dal locale sudato e in piena estasi. Cazzo anche stasera “James Joyce is fucking my sister!” e la cosa ci manda davvero in paradiso! Grazie Therapy?. Immensi.