Terzo (se non sbagliamo) appuntamento sulla lunga distanza per questi ragazzi di Feltre che si muovono, con buona scioltezza e disinvoltura, in quello che potremmo definire il territorio dell’indie-tronica in tutte le sue variabili, cosa che lo rende un prodotto decisamente interessante e ricco di fascino in una realtà , come quella italiana, in cui dietro a un fuoco che decisamente non scotta (perchè stemperato ormai da variegate miserie sonore) , si trovano delle braci che invece lasciano un segno davvero vivido.

Più li ascolto e più ripenso, a tratti, con piacere a una band che stimavo moltissimo come i bresciani edwood, in veste più anni ’80 verrebbe quasi da dire, con sprazzi anche synth-pop tutt’altro che disprezzabili.
Certe trame infatti mi hanno magicamente riportato a quel “sophisti-pop” di cui tanto apprezzavo l’eleganza e la raffinatezza melodica, ma l’anima moderna, quella imbevuta di indie e capace di guardare (con attenzione e rispetto) a un presente più sperimentale è tutt’altro che sopita.

Sicuramente le atmosfere sono cangiati, tanto melodie e pop in “Run Away”, quanto più ruvide, oscure e incalzanti in “When Morning Comes We Will Be There To Wait For It Without Thinking”. Un po’ troppo scolatica, seppur suggestiva, la chiusura morbida di “Sarebbe Bello”, mentre francamente non mi va giù la filippica inutile di Eugenia Galli in “Fil Di Ferro”.